Meda, la burocrazia 'strangola' la solidarietà

Eugenio Belli, proprietario di una distilleria, vuole regalare alcol alle farmacie degli ospedali ma una serie infinita di cavilli lo blocca

Eugenio Belli, titolare di Eugin Distilleria Indipendente di Meda

Eugenio Belli, titolare di Eugin Distilleria Indipendente di Meda

Meda (Monza Brianza), 1 maggio 2020 -  La volontà di fare del bene non basta: in Italia, per compiere un gesto di solidarietà, bisogna scontarsi con la burocrazia. Ne sa qualcosa Eugenio Belli, titolare di Eugin Distilleria Indipendente di Meda, che da settimane sta cercando di donare alcol all’ospedale Sacco di Milano. "Quando è scoppiata la pandemia - racconta Belli – mi sono chiesto qual era il modo migliore per essere utile. Vista la mia attività ho deciso di donare alcol per la produzione di gel disinfettante. Un pensiero utile che, tra l’altro, aveva il supporto non indifferente dell’Agenzia delle Dogane di Prato e Pistoia, che ha diffuso una circolare per informare che, su sollecitazione di Assofarm, è possibile cedere alcol alle farmacie in esenzione di accisa fino a un quantitativo di 100 litri".

Il primo tentativo è stato fatto con il Policlinico di Milano. "Non mi hanno mai risposto – spiega Belli – pertanto mi sono rivolto alla farmacia dell’ospedale Sacco perché lì posso contare su una persona che conosco dai tempi del liceo. Ho proposto questa donazione, dall’altra parte ho ricevuto manifestazioni di ringraziamento per la mia intenzione e per la disponibilità. A oggi, dopo un mese, non sono ancora riuscito a consegnare nulla. Il motivo? L’ospedale ricade sotto un’altra Agenzia delle Dogane, a cui bisogna rivolgersi per portare a termine l’operazione. Li ho contattati, ma ho trovato di fronte a me un muro. Mi hanno trattato con sufficienza, rimbalzandomi telefonicamente da un ufficio all’altro senza venire a capo. A quanto pare il Das (il documento di accompagnamento semplificato da utilizzare per i prodotti soggetti ad accisa) non è sufficiente. Devo dire che ho trovato invece disponibilità nell’Agenzia che fa riferimento alla mia zona, che però non ha alcuna competenza territoriale per poter compiere questo gesto di solidarietà".

Grazie all’interessamento, almeno, il titolare della distilleria è stato indirizzato al laboratorio di analisi chimiche di Torino. "Si tratta di un prodotto riciclato – afferma Belli – ed è anche nel mio interesse avere la certezza che quanto voglio donare sia idoneo. Mi è stato risposto che l’alcol che voglio dare all’ospedale può essere utilizzato per la sanificazione". I cento litri, tuttavia, in attesa di risolvere questo inghippo sono ancora nella distilleria. "Non ho idea di quanto si possa sanificare con questa quantità - commenta l’imprenditore - anche se immagino che sia una discreta quantità. Sono però davvero incredulo di fronte a questa burocrazia che mi sta frenando. E mi infastidisce vedere che siamo in una fase di stallo malgrado io abbia dalla mia parte una circolare di un’Agenzia delle Dogane".

Il suo alcol, in attesa di risolvere il problema, lo sta regalando ad alcuni amici e a piccoli imprenditori che hanno bisogno di sanificare i loro ambienti . Belli, però, non si arrende: "Sto cercando di capire cosa è possibile fare per compiere questo gesto. In questa situazione non posso nemmeno proporre l’alcol ad altre strutture sanitarie che ricadono sotto altre Agenzie delle Dogane, perché se la situazione si sblocca , farei anche la figura della persona inaffidabile che promette e poi non dà nulla. La farmacia del Sacco l’ho contattata, ho consegnato anche il modulo che sono riuscito a reperire. Ora credo che di fronte alla burocrazia abbiano alzato le braccia e si siano arresi".