Matteo Barattieri torna a casa

La salma, a oltre un mese dal tragico incidente a Nashville, atterrerà giovedì mattina a Malpensa

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di Dario Crippa

Alessandra Barattieri non riesce a trattenere le lacrime. Matteo, il fratello maggiore, "che viveva proprio accanto a me nello stesso appartamento, finalmente torna a casa. Non sopportavo di saperlo in mani altrui, che lo toccassero, che toccassero tutte le sue cose".

Dopo oltre un mese da quel tragico 25 agosto, la salma di Matteo Barattieri, il geologo e ambientalista di 57 anni ucciso da un pirata della strada negli Stati Uniti, può finalmente rimpatriare.

"Giovedì mattina la salma arriverà all’aeroporto della Malpensa" conferma Alessandra.

Poi, bisognerà decidere la data del funerale. "Sicuramente faremo le esequie in chiesa - sussurra - siamo cresciuti cattolici. Poi potremo dargli sepoltura: andrà nel cimitero di Biassono, accanto a mamma e papà (il padre vittima anche lui di un pirata della strada una ventina d’anni fa, ndr), e con i nostri nonni. È la tomba di famiglia".

Matteo la scorsa estate si trovava nel Tennessee, al seguito di un tour della sua band del cuore, i Blondie di Debbie Harry. La sera del 25 agosto l’ultimo concerto. A Nashville. La scaletta postata su Facebook.

Il pomeriggio successivo, mentre camminava, in pieno pomeriggio, il tragico incidente. Una Nissan Altima bianca che sgomma via, la caccia a un pirata della strada di cui ancora non c’è nessuna traccia. E lo stillicidio dell’attesa. L’autorità giudiziaria ha vietato all’ultimo anche la cremazione della salma che avrebbe voluto lo stesso Matteo. Se dovesse essere individuato prima o poi il presunto pirata della strada, i suoi legali potrebbero pretendere di esumare la salma.

E allora l’ultimo inghippo, la beffa di dover trovare un posto dove seppellire Matteo, la decisione di portarlo al cimitero di Biassono.

"Mi mancherà tantissimo - racconta con un filo di voce Alessandra -. Matteo sapeva tutto, aveva una cultura e una biblioteca sterminate. Non c’era domanda a cui non sapesse rispondere. Di natura, ornitologia, del suo amato Parco di Monza, per cui tanto si era speso in tutta la sua vita".

Lo amavano in tanti. "Insegnava ai bambini, li portava in giro, ricordo le nottate trascorse a scoprire le lucciole o le civette del Parco… sin da piccolo era sempre stato un grande appassionato della natura, ricordo le sue collezioni, dai minerali alle piume, tutte catalogate con grande attenzione e rigore. Era una miniera". Bichi Montrasio, presidentessa del Comitato per il Parco, che aveva fondato nel 1994 proprio con Matteo, promette: "Stiamo già lavorandoci, organizzeremo qualcosa di speciale per ricordare Matteo".