Marino, il cantore dei miti sportivi

Cunego, Bugnoe Hübner: i grandi personaggi del ciclismo e del calcio raccontati dal giornalista di Nova

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Aveva anche provato a cimentarsi nel ciclismo a livello giovanile, con la maglia della Polisportiva di Nova. Ma alla fine ha ottenuto risultati più brillanti nel calcio: in quello a 11, sempre il club novese, ha vinto il titolo provinciale con la formazione juniores. Nel calcio a cinque, invece, ha militato nella compagine Under 21 della Domus Bresso, società che con la prima squadra partecipa al campionato di serie B. Ma la passione per lo sport delle due ruote non ha mai abbandonato Tiziano Marino. Che, una volta diventato giornalista, si è impegnato a fondo per raccontare in un libro le imprese di qualche campione del pedale. Un’operazione che dapprima gli è riuscita con il ritratto di Damiano Cunego ("Purosangue. Il Piccolo Principe, un campione pane e acqua") e adesso con un volume dedicato al campione monzese Gianni Bugno, dal titolo "Per non cadere. La mia vita in equilibrio". La prefazione è di Romano Prodi, già presidente del Consiglio dei Ministri, grande appassionato di ciclismo. Il 33enne giornalista di Nova Milanese tra queste due iniziative editoriali ha trovato anche il tempo per documentarsi sulle vicende calcistiche dell’ ex attaccante di Brescia e Piacenza Dario Hübner. Il risultato è stato il libro "Mi chiamavano Tatanka. Io, il re operaio dei bomber di provincia". Dei tre volumi, tutti pubblicati da Baldini + Castoldi, Tiziano Marino è stato il coautore insieme ovviamente ai diretti interessati. "Cunego – precisa Tiziano – era il mio idolo. L’ho conosciuto, grazie a un comune amico, quando ha chiuso con l’attività agonistica. Delle vittorie di Bugno, invece, per motivi anagrafici non avevo una conoscenza diretta". Una "lacuna" incolpevole che l’autore ha colmato sia parlando più volte con Bugno, sia intervistando i direttori sportivi e i corridori di quel periodo. Un ritorno al passato ciclistico che gli ha permesso di ripercorrere minuziosamente la carriera del (tra l’altro) due volte campione mondiale di ciclismo su strada, successi conquistati nel 1991 e 1992. Bugno, classe 1964, al termine della carriera sportiva, da sempre appassionato di volo, ha conseguito il brevetto da pilota elicotterista.

Un "dettaglio" che ribadisce come il vincitore del Giro d’Italia 1990, anche una volta sceso di sella, possedesse comunque una marcia in più. Bugno, nel libro scritto in collaborazione con Marino, racconta dei suoi esordi, per arrivare a quando, 34enne, decise di appendere la bici al chiodo. "Prima di diventare ciclista – spiega – ero solito domandarmi come sarebbe stata la mia vita in bicicletta. Poi ne feci l’abitudine e capii che si trattava di un lavoro come un altro. Lo stesso accadde con gli elicotteri".