Scandalo protesi, Manzini: "Ho sempre fatto il bene dei pazienti"

Parla l'ortopedico finito in carcere nel 2017 e presto a processo

L'ortopedico Claudio Manzini

L'ortopedico Claudio Manzini

Monza, 20 gennaio 2019 - Fissato ai primi di maggio il processo che vede implicati alcuni ortopedici brianzoli tra i quali Claudio Manzini la cui posizione, dopo le indagini condotte dalla Procura della Repubblica, si è notevolmente alleggerita visto che il capo di accusa nei suoi confronti è stato derubricato a semplice corruzione per l’esercizio della funzione.

I magistrati hanno infatti accertato che l’ortopedico monzese ha sempre operato perseguendo la salute e l’interesse dei suoi assistiti. È quello che Claudio Manzini ha sempre ribadito durante tutti gli interrogatori, sereno e sicuro di avere sempre lavorato per il bene dei suoi pazienti. Assistito dai suoi legali Lucilla Tassi e Claudio Schiaffino del Foro di Milano, Manzini si appresta a vivere l’ennesima dura prova : "Sono molto fiducioso nella giustizia - ha affermato il sessantatreenne ortopedico con alle spalle un curriculum professionale di grandissimo spessore - ed in modo particolare in questi giudici. Attendo con grande serenità il processo".

La vicenda giudiziaria ha segnato profondamente Claudio Manzini: "Quella che sto vivendo è una esperienza che non auguro a nessuno. Quando fui arrestato il 14 settembre 2017 mi crollò letteralmente il mondo addosso. Durante la prima settimana in carcere ti assalgono sensi di colpa anche se sapevo di non avere fatto nulla di male. Mi sono aggrappato alla fede che non mi ha mai abbandonato neppure per un attimo. Una esperienza umana che, nonostante la sofferenza, mi ha dato elementi positivi. Ho trovato infatti all’interno del carcere la solidarietà di molte persone e delle stesse guardie carcerarie che mi hanno aiutato". La moglie Paola con Beatrice e Francesco (entrambi studenti in medicina con il desiderio di specializzarsi anche loro in ortopedia) gli sono sempre stati vicini. Claudio Manzini si è rituffato nel lavoro come responsabile dell’Unità Operativa Uno degli Istituti Clinici Zucchi-Gruppo San Donato che lo hanno sempre sostenuto in tutti questi mesi. Guida una équipe formidabile formata da Lino Giffuni, Roberto De Panphilis, Roberto Pelucchi, Luca Pozzi, Marco Moioli, Stefano De Simone, il giovane e promettente Marco Pungitore e la storica caposala Betty Citterio.

Di una cosa è certo: "Non ho mai pensato di impiantare protesi scadenti che potessero in qualche modo nuocere alla salute del paziente. Ho fatto ricorso all’impianto di protesi solo in casi necessari. Lo dimostra la mia casistica operatoria". In questi anni Manzini si è specializzato in modo particolare sull’utilizzo delle cellule mesenchimali (prelevate dal tessuto adiposo) per risolvere i problemi delle articolazioni nei casi di patologie artrosiche del ginocchio. Il trapianto di queste cellule stimola notevolmente la produzione delle cartilagini favorendo la guarigione da traumi, artrosi e fastidiose tendiniti. E i numeri parlano chiaro sulla professionalità del dottor Manzini che in 35 anni di carriera ha affettuato oltre 18mila interventi chirurgici e in artroscopia, la stragrande maggioranza dei quali effettuati al ginocchio di cui è diventato uno specialista a livello mondiale. A lui si sono rivolti atleti famosi atleti famosissimi tra cui il calciatore Pierluigi Casiraghi, il cestista Eros Buratti, l’azzurra del basket Monica Stazzoleni, l’olimpionica di judo Monica Burgata e la campionessa mondiale di pattinaggio a rotelle Lucia Murazzi.