L'allarme: "Le mafie approfittano della pandemia"

Nell’analisi sulle “mafie nel Nord Italia“ dell’ ex consigliere regionale del M5S, Silvana Carcano, la fragilità e la vulnerabilità della Brianza

Silvana Carcano

Silvana Carcano

Monza, 7 dicembre 2020 - «Il nostro territorio, purtroppo, era già compatibile e disponibile ad accogliere la criminalità organizzata. Con la pandemia, il sistema è ancora più fragile e vulnerabile. Ecco perchè dobbiamo capire che tutti noi dobbiamo essere e fare antimafia, non solo magistratura, forze dell’ordine e qualche politico onesto». 

Silvana Carcano, ex consigliere regionale del M5S e consulente della Commissione parlamentare Antimafia, ha fatto dello studio della criminalità organizzata una delle sue mission. Per fare informazione e sensibilizzazione. Per diffondere il seme della legalità, che possa far germogliare un argine forte, contro il male «torrenziale». A breve, uscirà la sua analisi su «Mafia e corruzione nel nord Italia: il caso della provincia di Monza e Brianza - Proposte operative da attuare all’interno delle istituzioni pubbliche, anche a seguito della pandemia da Covid19». Come nasce l’idea di questo studio?  «Me lo ha chiesto il senatore Gianmarco Corbetta, con il quale abbiamo condiviso l’esperienza in Consiglio regionale. Io sono di Paderno Dugnano e frequento molto la Brianza. Ci ho lavorato per diversi mesi e adesso è quasi pronto. Il fenomeno ormai è piuttosto, tristemente, noto».  Cosa è cambiato con la pandemia? «Le condizioni ordinarie del nostro territorio erano già compatibili con le infiltrazioni della ‘ndrangheta. La pandemia ha aggravato il tutto, perchè per tanti non ci sono soldi, si è bloccato l’accesso al credito, tante realtà sono al limite del fallimento e c’è una paura diffusa. Questo mix è un assist perfetto per la malavita organizzata, a cui la liquidità non manca». Nel titolo, annuncia le sue proposte operative: quali sono?

«Sì, prima traccio una panoramica della situazione in Brianza, ma valida per tutta la Lombardia. Poi faccio un breve viaggio tra le principali inchieste giudiziarie dal 2000 a oggi. Quindi analizzo gli strumenti normativi a livello regionale, nazionale ed europeo: su questo voglio sottolineare che il nostro impianto normativo è all’avanguardia e valido, il problema è che dobbiamo sfidare un esercito con pochi uomini e con un sistema burocratico-giudiziario farraginoso». Quindi, che fare? «La soluzione, per me, sta nella prevenzione. Non possiamo limitarci al guardie e ladri. Ci vuole una partecipazione e una cittadinanza attiva diffusa; ci vuole il coinvolgimento dell’economia legale, delle associazioni di categoria; occorrono il controllo degli appalti, l’antiriciclaggio. Bisogna sconfiggere l’omertà, molto diffusa anche qui, e alzare tutti l’asticella della legalità. Perchè come diceva Nando Dalla Chiesa la vera forza della mafia sta fuori dalla mafia. Ecco perchè ognuno deve fare il suo». Quale diffusione avrà lo studio?  «Lo invieremo a tutti i sindaci e le istituzioni del territorio. E sarà poi disponibile per tutti. Sottolineo anche la prefazione della dottoressa Alessandra Dolci, Capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, che ringrazio per il suo immenso lavoro».