Cesano Maderno, maestre condannate per maltrattamenti ai bimbi: "La sedia del pensiero"

Alla sentenza sono emersi alcuni particolari dei trattamenti riservati ai piccoli della scuola materna

Le immagini dei maltrattamenti

Le immagini dei maltrattamenti

La “sedia del pensiero“, il metodo educativo che ha l’obiettivo di lasciare al bambino dopo che ha sbagliato del tempo perché possa riflettere sul suo comportamento, «usata come metodo punitivo» dalle maestre, che vi ricorrevano in «modo abnorme», come hanno dimostrato i video in classe, in ben 30 giorni sui 41 ripresi dalle telecamere e fino a 2 ore e 50 minuti. E poi condotte delle insegnanti che, «pur non integrando gli estremi delle percosse e della violenza fisica», dimostrano «modalità fisiche aggressive, scarsamente rispettose e spesso invasive della corporeità» dei minori. Con queste motivazioni il gup del Tribunale di Monza Marco Formentin ha condannato le due ex maestre della scuola materna Calastri di Cesano Maderno, Rita T., 54 anni, di Desio e Filomena C., 53 anni, di Cormano, a 1 anno e 10 mesi di reclusione con la pena sospesa nel processo con il rito abbreviato per maltrattamenti, falso in atto pubblico e peculato.

Le due donne sono state anche condannate all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e dalla professione di insegnante per 10 mesi, oltre che a pagare un risarcimento dei danni con una provvisionale di 1000 euro ciascuna alle famiglie di una dozzina di bambini che si sono costituite parti civili con gli avvocati Cristina Ricci e Gianluca Crusco.

A denunciare le maestre ai carabinieri la stessa dirigenza scolastica dell’istituto per l’infanzia dopo avere raccolto le preoccupazioni dei genitori di alcuni alunni che avevano iniziato a manifestare strani comportamenti aggressivi o si mostravano impauriti. Nel giugno 2019 le insegnanti erano state filmate dalle videocamere istallate dai militari. Nel giungere alla condanna il giudice ha ritenuto «primo dato di palmare evidenza» quello della «sedia del pensiero».

«Le imputate hanno completamente travisato il metodo, tanto da farne perdere qualsiasi connotazione educativa e trasformarlo in strumento meramente afflittivo, volto a marginalizzare il minore che si è reso autore di comportamenti esuberanti o turbolenti – scrive il gup nelle motivazioni della sentenza –. I bambini sono stati lasciati soli sulla sedia, in un isolamento affettivo disumano, in una situazione davvero penosa, in presenza di una condotta di umiliazione della personalità».  E anche deleteria per i compagni, sottoposti ad «una visione educativa fondata sul principio della punizione, del controllo e dell’aggressività e si traduce in una violenza assistita penalmente rilevante». Non solo: «Con una certa frequenza, a fronte della vivacità dei bambini», le due insegnanti «agiscono in modo nervoso ed aggressivo afferrandoli e spintonandoli, con scarsa sensibilità a livello fisico ed emotivo».