Ma il papà: "Al rapimento fallito non crede più nessuno"

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LIMBIATE

"Ci sono tantissime cose che non quadrano e ormai alla storia del rapimento andato male non ci crede più nessuno. È fuori di dubbio: ci sono tantissimi elementi che vanno in quella direzione".

Per Salvatore Attanasio, padre dell’ambasciatore ucciso in Congo con il carabiniere Vittorio Iacovacci, "tutta la dinamica di quello che è accaduto è ancora nebulosa. Quello che abbiamo letto sui giornali oggi è una pura ricostruzione. Il nostro avvocato sta adesso studiando gli atti e poi i prossimi giorni ci incontreremo e cercheremo di capire", spiega.

Il padre è cauto anche sulle responsabilità dei due funzionari del Programma alimentare mondiale (Pam), indagati per omicidio colposo: "Sarà l’inchiesta che andrà avanti a stabilirlo, ma intanto è un primo passo. È un cerchio che via via si stringe. Vediamo quanti pesci nella rete resteranno impigliati". Ai genitori dell’ambasciatore non manca la fiducia nel fatto che le indagini su quanto accaduto possano portare alla verità: "Abbiamo estrema fiducia nei nostri magistrati, li abbiamo incontrati e ci sembrano persone che non mollano, tenaci. Speriamo – aggiunge il padre – che anche il sostegno delle istituzioni continui, perché senza l’aiuto del governo anche i magistrati possono fare poco. Luca rappresentava lo Stato. Sarebbe comunque grave il fatto che venga ucciso un italiano, ma in questo caso non dimentichiamo che era un rappresentante dello Stato, quindi è chiaro che il governo non può assolutamente chiamarsi fuori".

Perplessità anche a Limbiate, dove in queste ore si ricorda la morte del suo concittadino.

"Ci sono molte cose ancora da chiarire in questa vicenda oscura, a me la storia dei 50mila euro convince davvero poco", dice il sindaco Antonio Romeo, che conosceva personalmente Luca, con cui aveva dialogato più volte e che da subito è stato vicino alla famiglia e ha seguito l’inchiesta. "Una banda di criminali che progetta l’assalto al convoglio dell’ambasciatore e non sa che non hanno quella somma di denaro? Mah. Ci auguriamo tutti che venga fatta piena luce e in tempi rapidi su questa brutta storia".

La moglie di Luca Attanasio, Zakia avrebbe dovuto essere con lui in quel tragico viaggio. Solo un disguido dell’ultimo momento, con l’impossibilità di affidare le tre bambine alla madre, le aveva impedito di seguire il marito in quello che si è poi fatalmente rivelato il suo ultimo viaggio. Le figlie, ricorda, "chiedono sempre di lui".

Oggi a Limbiate presenterà la fondazione Mama Sofia in memoria di Luca: "La fondazione è nata per continuare il cammino che abbiamo iniziato insieme. Anche se Luca adesso lui fisicamente non c’è, continua a portare avanti il suo messaggio".

Ga.Bass.