Luisa è nata in Italia ma è straniera: niente nazionale azzurra di pattinaggio

Per la campionessa di Concorezzo si mobilita la Federazione, il sindaco scrive a Mattarella

Luisa Woolaway

Luisa Woolaway

Concorezzo (Monza e Brianza), 23 agosto 2017 - Luisa Sophie Woolaway, campionessa di pattinaggio, compirà 18 anni il 4 dicembre. E solo allora potrà coronare il sogno che insegue da quando è bambina. Che è quello, pensate, di avere la cittadinanza italiana, così da poter correre con i pattini a rotelle ai piedi per la Nazionale azzurra.

Fino ad oggi le ha impedito di farlo la "sfortuna" di essere nata in Italia da madre tedesca e padre inglese. Lo Stato dove lei è venuta al mondo e dove i suoi genitori vivono e lavorano da 20 anni non riconosce lo ius soli, cioè il diritto di cittadinanza a tutti i bambini nati dentro i suoi confini. Luisa, insomma, è considerata straniera. Quindi: niente Nazionale.

Ha avuto la possibilità di scegliere tra Germania e Inghilterra. Solo che lei si sente italiana. Sono i colori Azzurri che vuole difendere con spirito da vera patriota. Al «Bel paese» la legano i suoi amici, gli affetti e ricordi più belli. In Italia ha fatto pure le scuole: quest’anno frequenterà il quinto anno del Liceo linguistico di Vimercate. Mamma Maggie e papà Nigel le hanno tentate tutte per accorciare i tempi della burocrazia e farla felice.

Al caso di Luisa si è interessata anche la Federazione di pattinaggio. Il sindaco di Concorezzo, Riccardo Borgonovo, l’anno scorso ha scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiedendogli di concedere la cittadinanza a questa ragazza dolce e forte per permetterle di partecipare con la maglia azzurra ai Mondiali e agli Europei 2016 di pattinaggio. Ma non c’è stato niente da fare. Luisa ha dovuto chiudere nel cassetto il suo sogno. Adesso aspetta, combattuta tra stati d’animo di ansia e gioia, il diciottesimo compleanno: «il 4 dicembre mattina saremo all’ufficio anagrafe ad avviare la pratica per il riconoscimento della cittadinanza. Non aspetteremo un minuto in più», dice la madre, Maggie Woolaway, che è presidente dell’Asco Concorezzo, storica società di pattinaggio per la quale Luisa pattina da quando ha 4 anni.

La ragazza dello skating è brava, bella e va veloce sui pattini con i lunghi capelli biondi raccolti sotto il casco. Un mese fa ha vinto la Coppa Europa, trofeo che si assegna dopo varie tappe tra le città del vecchio continente, nelle gare lunghe di pattinaggio a rotelle. Qualche settimana prima è stata medaglia di Bronzo ai campionati italiani di Asiago nei 20.000 metri a eliminazione, categoria senior. L’anno prima dai campionati di Pesaro è tornata con 3 titoli italiani, guidata dal suo allenatore Gigi Gaviraghi. Ora è in vacanza per riposarsi dopo le fatiche della coppa Europa. Ha cominciato il conto alla rovescia dei 103 giorni che mancano da qui al 4 dicembre: «Dovrò aspettare ancora qualche mese. Ma la maggiore età è vicina. Il mio sogno resta quello di sempre: indossare un giorno la maglia Azzurra. Sarebbe il traguardo più bello».

La mamma si aspettava buon senso dalla burocrazia: «Non voglio entrare nel merito dello ius soli, che è in Italia è diventato una questione molto politica. Ma almeno per meriti sportivi sarebbe opportuno prevedere delle eccezioni». Ricorda che «con Nigel, mio marito, siamo arrivati in Italia dalla Germania nel 1997 quando lui ha preso lavoro al Colleoni, prima di mettersi in proprio. Due anni dopo è nata Luisa che a 4 anni aveva già i pattini ai piedi. E possiamo ben dire che non li ha più tolti». Lo Ius soli è stato vicino all’approvazione, ma nel clima di contrapposizione tra i partiti sul tema dei migranti è rimasto tutto in forse. Pochi giorni fa nel corso del suo Messaggio per la Giornata del Migrante 2018, anche Papa Francesco ha chiesto al parlamento di approvarlo. Luisa continua ad allenarsi affrontando fatica e sacrifici. Accompagnata dal suo bel sogno di vestire un giorno (non troppo lontano) la maglia Azzurra.