Disastro Lombarda Petroli, casca il movente

Secondo la Corte di Cassazione tributaria non c’era una contabilità parallela per nascondere i prodotti e non pagare le tasse

La Lombarda Petroli

La Lombarda Petroli

Villasanta (Monza e Brianza), 20 novembre 2019 - Annullato l’accertamento dell’Agenzia delle Dogane che chiedeva a Lombarda Petroli di versare 9 milioni di euro per il mancato pagamento delle accise sugli oli minerali stoccati nel deposito di Villasanta. La sentenza viene dalla Corte di Cassazione tributaria e fa diventare definitiva una pronuncia che, seppur di natura fiscale, getta un’ombra sulla già intricata vicenda giudiziaria relativa all’ex raffineria da cui, la notte del 22 febbraio 2010, vennero sversate quasi 3mila tonnellate di gasolio e olii combustibili, e che si è conclusa con due condanne per disastro colposo. L’Agenzia delle Dogane aveva notificato a Lombarda Petroli (in seguito dichiarata fallita e ora in liquidazione) un avviso di pagamento "a seguito di una verifica in cui era stata accertata un’eccedenza di oli minerali non giustificata dalla documentazione contabile e una mancanza di prodotto superiore ai limiti di tolleranza consentiti" e in particolare "era stata riscontrata in sede di accesso una contabilità parallela". Una tesi contestata da Lombarda Petroli, che aveva fatto ricorso contro l’Agenzia delle Dogane davanti alla Commissione tributaria provinciale di Milano, che ha respinto l’istanza.

La richiesta di annullamento dell’accertamento è stata invece accolta in sede di ricorso in appello, dove i giudici hanno ritenuto che la ritenuta contabilità occulta "consisteva in realtà in schede redatte a mano, verosimilmente da un dipendente della società, senza alcun valore ufficiale e ad uso meramente personale" e che a fare "fede privilegiata" fossero "i verbali redatti dai pubblici ufficiali in servizio presso l’ufficio doganale sito nei locali della Lombarda Petroli, attestanti la regolarità delle quantità di prodotto esistente". L’Agenzia delle Dogane ha fatto ricorso alla Cassazione tributaria, che però ha confermato la sentenza di appello. Per la giustizia, quantomeno tributaria, Lombarda Petroli non ha quindi commesso traffici illeciti dei prodotti grazie a una contabilità parallela nascosta.

Il primo risultato è che il fallimento Lombarda Petroli, che presenta un “buco” da 25 milioni di euro, di cui 6 chiesti da ministero per l’Ambiente, non dovrà pagare 9 milioni di euro all’Agenzia delle Dogane, alleggerendo quindi il debito fallimentare. Dal punto di vista penale, invece, per lo scempio ecologico della Lombarda Petroli sono stati condannati con sentenza definitiva per disastro colposo il titolare della Lombarda Petroli Giuseppe Tagliabue (la pena di 1 anno e 8 mesi per disastro colposo più altri 9 mesi per reati fiscali, quest’ultima un po’ limata per alcune prescrizioni) e il custode della ex raffineria Giorgio Crespi a 1 anno e 6 mesi con pena sospesa. È stata confermata nella sentenza della Corte di Cassazione penale anche la condanna dell’azienda come responsabile civile per il risarcimento dei danni alle numerose parti offese, tra cui Comune di Villasanta e BrianzAcque. Ed è stato individuato nella "volontà di sottrarsi a l pagamento delle accise" il movente del disastro colposo.

Ora, alla luce della pronuncia dei giudici tributaria che smentisce il movente di volersi sbarazzare dei prodotti in vista della chiusura della raffineria per evitare di saldare i conti delle tasse, pare riemergere l’ombra del sabotaggio doloso, che potrebbe anche spingere Giuseppe Tagliabue a chiedere la revisione del processo penale. Mentre si sparigliano anche le carte per il cugino Rinaldo Tagliabue, tuttora imputato di violazioni relative al pagamento delle accise che, ora, quantomeno, si può affermare che partano da un calcolo sulle quantità erroneamente eseguito.