Litiga col padre che muore: il 45enne resta in cella

All’interrogatorio di convalida l’indagato ha scelto il silenzio. Determinante sarà l’autopsia

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Rimarrà in carcere Alberto Andreoli, il 45enne arrestato la notte tra lunedì e martedì a Castelmella con l’accusa di avere aggredito il padre durante una lite furiosa, al culmine della quale il genitore è deceduto in preda a un malore. L’uomo, che risponde di evasione, resistenza a pubblico ufficiale e omicidio preterintenzionale, ieri mattina a Canton Mombello è comparso davanti al gip per l’interrogatorio di convalida, e ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il giudice ha convalidato l’arresto e disposto la custodia in cella.

Determinante per cristallizzare le accuse – o modificarle – sarà l’esito dell’autopsia, affidata dal pm di turno Alessio Bernardi al medico legale Liliana Lancini, in programma per oggi. Stando a quanto ricostruito dai carabinieri della Compagnia di Brescia, Alberto Andreoli – qualche precedente per droga, denunciato qualche mese fa per maltrattamenti proprio dal genitore – lunedì ha lasciato la propria abitazione a Torbole Casaglia, dov’era ristretto ai domiciliari per un’altra vicenda, e ha raggiunto la casa del padre Vittorio, 67 anni, in via Solone Raccagni a Castelmella.

Padre e figlio litigavano di continuo per ragioni in fase di accertamento, e anche l’altro giorno non hanno fatto eccezione. Nel pomeriggio Alberto era stato sentito andarsene dal cortile di via Reccagni sgommando in auto, e poi la sera stessa si è ripalesato. Tra i due si è scatenata l’ennesima lite furibonda, con urla e insulti. Il trambusto ha richiamato l’attenzione di una parente degli Andreoli, che vive proprio accanto alla vittima, e di altri vicini, accorsi in aiuto.

All’improvviso il 67enne, che durante l’aggressione si sarebbe chiuso in bagno – questa l’ipotesi accusatoria – si è sentito male, si è accasciato ed è deceduto. Il 112 ha ricevuto l’allarme intorno alle 3. Sanitari e carabinieri hanno trovato Vittorio ormai morto, il figlio ancora nell’abitazione, fuori di sé e in lacrime. Per lui i militari hanno fatto scattare l’arresto per evasione dai domiciliari, resistenza a pubblico ufficiale – avrebbe reagito male alle manette – e, appunto, omicidio preterintenzionale. L’autopsia dovrà chiarire se a provocare il repentino decesso sia stato un infarto, e se le presunte botte ricevute siano da mettere in correlazione.

B.Ras.