Lissone, scazzottata e rapina fra tredicenni

Regolamento di contri fra ragazzini dopo una lite su Facebook

I carabinieri effettuano controlli in stazione dopo la rissa

I carabinieri effettuano controlli in stazione dopo la rissa

Lissone (Monza Brianza), 20 marzo 2018 - Due gruppi di ragazzini, poco più che bambini. Un litigio a scuola. Una resa dei conti da portare a termine, con un appuntamento ad hoc. I rinforzi dell’una e dell’altra parte che si presentano, puntuali. Mentre i due contendenti danno buca. E allora le botte tra due di quelli che dovevano essere solo i testimoni, finite con la rapina di un cellulare.

Una vicenda piuttosto singolare e sicuramente molto triste, perché riguarda ragazzini di appena 12, 13 anni, alcuni ancora alle scuole medie. Tutto, per i carabinieri, comincia domenica pomeriggio, quando un 13enne di Lissone si presenta alla locale caserma, con il padre, per denunciare di essere stato vittima di una rapina. Un coetaneo lo avrebbe picchiato, strappandogli il giubbotto e portandosi via il cellulare. Sull’identità del suo aggressore, poche indicazioni. I carabinieri si mobilitano per accertare con precisione cosa possa essere accaduto e con quali protagonisti. Emerge una storia complessa, che viene ricostruita tassello dopo tassello. Qualche giorno prima, a scuola, due ragazzini litigano, per questioni futili, nate da diverbi sui social network e poi concretizzatesi in una forte opposizione reale. La situazione si scalda parecchio. I due si prendono a male parole. Poi si accordano per un appuntamento, esterno alla scuola, per definire una volta per tutte la vicenda. Ne parlano anche con alcuni compagni di classe e amici, in maniera da arrivare preparati a qualsiasi evenienza.

Il luogo prescelto per il confronto è il piazzale della stazione ferroviaria di Lissone. Qui si presentano tutti, a parte i due contendenti. Nasce comunque un diverbio tra le due fazioni. E dalle parole si passa ai fatti. Un 13enne romeno, in particolare, residente a Monza, aggredisce il coetaneo dell’altra “squadra”. Lo strattona, gli sferra un pugno, gli strappa il giubbotto. Quando nota che all’interno c’è il cellulare se ne impossessa. Il suo gruppo se la dà a gambe. Gli altri non possono fare altro che arrendersi a quanto successo. Ma la vittima, una volta a casa, racconta tutto ai genitori, che lo accompagnano in caserma. I militari stanno procedendo con le indagini e sono vicini a identificare tutti i partecipanti alla vicenda, in particolare il baby rapinatore.