Lissone, minacciò la sindaca: scovato

È un operaio di 55 anni, si è già pentito della frase su Facebook

La sindaca di Lissone, Concetta Monguzzi

La sindaca di Lissone, Concetta Monguzzi

Lissone (Monza e Brianza), 16 febbraio 2019 - I carabinieri di Lissone hanno individuato l’autore delle minacce di morte rivolte alla sindaca di Lissone, Concetta Monguzzi, e postate su Facebook. Il colpevole è un operaio di 55 anni che parrebbe pentito di ciò che ha fatto. Le indagini sono state fatte a tempo record dai militari che appartengono al Comando di Desio, dopo che la stessa sindaca aveva presentato un esposto alle forze dell’ordine. Il 55enne aveva scritto frasi realmente “pesanti”: «Sparargli alla testa, cosa dite?». Imprecisione grammaticale inclusa, è questa la minaccia che la sindaca ha ricevuto in un commento e Concetta Monguzzi non è rimasta a guardare ma è passata alle vie di fatto e nella giornata di mercoledì 6 febbraio si è presentata in caserma dai carabinieri e ha presentato un esposto. «Pensare di uccidere una persona o incitare gli altri a farlo, solo perché non la pensa come vorremmo, mi fa tornare alla mente periodi cupi della storia passata». Così aveva commentato Concetta Monguzzi.

Le minacce erano state postate sul social dopo che la sindaca aveva partecipato un convegno dedicato all’accoglienza dei migranti. «Come sindaco mi batto da sempre per la libertà di pensiero e di parola, accetto il confronto a patto che vi sia disponibilità ad ascoltare e rispettare le posizioni altrui» la precisazione della Monguzzi. Di fatto l’intimidazione era rimasta online sulla pagina di Facebook per qualche ora di quel mercoledì 6 febbraio, poi era scomparsa, ma non è la sola frase offensiva che è stata scritta su Facebook nei confronti della sindaca.

«La macchina del fango e dell’odio, per alcuni, si trincera dietro a una tastiera - ha concluso la sindaca di Lissone -. Una cattiva abitudine che mi ha spinta a presentarmi dai carabinieri per tutelare il diritto di tutti, me compresa, giacché l’idea che qualcuno voglia far partire un colpo verso la mia testa perché esprimo le mie convinzioni mi ha spinto a procedere in questo modo». Continua la Monguzzi: «Al momento non ho ancora fatto nulla, deciderò il da farsi dopo che ne saprò di più di questa situazione. Non ho ancora visto quest’uomo, quindi ancora non ho ritirato l’esposto». Parrebbe che l’operaio sia pentito di quanto postato. Ora si attendono sviluppi riguardo a questa spinosa vicenda.