L’indagine della Procura sulle Farfalle partita dal sequestro dei telefonini

Nei guai la direttrice tecnica dell’Accademia internazionale di ginnastica Emanuela Maccarani e la sua assistente, Olga Tishina, accusate di presunte vessazioni e umiliazioni alle ragazze. perché fossero sempre più “leggere”

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di Stefania Totaro

È arrivato dal Tribunale del Riesame l’indizio di un’indagine in corso sulle Farfalle della ginnastica ritmica che si allenavano a Desio. Ora è arrivata la conferma che la Procura di Monza ha aperto un’inchiesta per maltrattamenti sulle presunte vessazioni alle due ex atlete Nina Corradini e Anna Basta.

Iscritte nel registro degli indagati la direttrice tecnica dell’Accademia internazionale di ginnastica Emanuela Maccarani e la sua assistente, Olga Tishina, accusate di presunte vessazioni ed umiliazioni alle ginnaste, anche minorenni, anche in relazione al mantenimento a tutti i costi di un peso ridotto per meglio figurare nelle tutine glitterate delle gare. Alcune indiscrezioni erano trapelate già prima delle feste di Natale, quando si è saputo che nei giorni immediatamente precedenti il Tribunale del Riesame di Monza è stato chiamato a riunirsi per un ricorso, tenutosi a porte chiuse per volontà degli stessi magistrati, presentato da alcuni avvocati che "hanno chiesto il dissequestro di telefoni cellulari in merito alla vicenda della palestra di Desio", evidentemente quindi messi sotto i sigilli a persone che lavorano o hanno lavorato nel centro sportivo per essere esaminati nell’ambito dell’inchiesta. Il ricorso è stato discusso e i giudici monzesi si sono riservati la decisione.

Ieri il procuratore Claudio Gittardi ha confermato che esiste un fascicolo penale aperto per l’ipotesi di maltrattamenti, accusa poi risultata mossa nei confronti della Maccarani, guru pluripremiata della ginnastica italiana, e di una delle sue assistenti che, insieme ad altre coach e insegnanti di danza, gestiscono gli allenamenti delle Farfalle. Quando le prime denunce sui giornali di alcune ex campionesse e i loro racconti di presunti abusi fisici e psicologici hanno iniziato a susseguirsi, la Procura aveva già aperto un fascicolo contro ignoti. Mentre l’unica notizia di un’inchiesta era arrivata dalla Procura di Brescia, in relazione alla denuncia della madre di due ginnaste che si allenano in una palestra di quella zona.

A novembre la procuratrice aggiunta Manuela Massenz, con la collaborazione della pm Cinzia Citterio, hanno sentito Nina Corradini e Anna Basta. E hanno dato delega ai carabinieri di Monza di provvedere al sequestro dei telefonini delle indagate per provvedere all’esame del cospicuo materiale, anche di scambi di messaggi, che contengono.