Ligabue resta in città: prorogata la mostra

Alle Orangerie della Villa Reale il successo ha convinto gli organizzatori . Il genio del pittore nato in Svizzera ma vissuto in Italia pensato per i bambini

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di Cristina Bertolini

Ligabue si ferma in Villa ancora un po’. A seguito del grande successo di pubblico, la mostra “Antonio Ligabue. L’uomo, l’artista”, allestita alle Orangerie della Reggia di Monza, è stata prorogata fino a domenica 8 maggio. Durante il fine settimana lungo di Pasqua l’esposizione ha registrato un grande afflusso. Novanta opere, tra dipinti, sculture, disegni e incisioni ripercorrono la vicenda umana e creativa di uno degli autori più geniali e originali del Novecento, dagli anni venti del secolo scorso fino al 1962, quando una paresi pose fine alla sua attività. L’antologica è curata da Sandro Parmiggiani, prodotta e organizzata da ViDi in collaborazione con il Comune di Monza e il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza. "Antonio Ligabue ha vinto ancora una volta - afferma Fabio Sanvito, amministratore delegato di ViDi - Quella di organizzare una mostra, non appena l’emergenza pandemica si era affievolita, è stata una sfida che abbiamo accolto con entusiasmo, sia per la qualità delle opere sia per il prestigio del luogo che le avrebbero accolte.

Tutto è stato possibile grazie al progetto del curatore Sandro Parmiggiani e ai partner che lo hanno sostenuto, in primo luogo il Comune di Monza e il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza". L’esposizione si snoda attraverso i due poli principali del percorso artistico di Ligabue: gli animali, selvaggi e domestici, e i ritratti di sé.

Da non dimenticare le scene di vita agreste o i paesaggi padani, nei quali irrompono, come un flusso di coscienza le raffigurazioni dei castelli, delle chiese, delle guglie e delle case dai tetti ripidi della Svizzera, dov’era nato e dove aveva vissuto fino all’espulsione nel 1919. L’esposizione ripropone una corretta valutazione critica e storica: al di là delle fuorvianti definizioni di naïf, riafferma il fascino di questo “espressionista tragico” di valore europeo, che fonde esasperazione visionaria e gusto decorativo. La mostra si offre a tutta la famiglia con un percorso creato ad hoc per i bambini e un kit didattico in omaggio da ritirare in biglietteria appositamente studiato per la visita dei più piccoli. Un’opera ad “altezza bambino” attenderà i giovani visitatori per un’esperienza immersiva a loro dedicata. La triste odissea di Antonio Ligabue ha inizio il 18 dicembre 1899 a Zurigo e si conclude il 27 maggio 1965 a Gualtieri, dove era approdato il 9 agosto 1919, espulso dalla Svizzera, dopo un’infanzia e un’adolescenza segnate dall’emarginazione (a soli nove mesi di età fu affidato dalla madre a un’altra famiglia) e dall’insofferenza verso il mondo che lo circondava, anche se a scuola, tuttavia, già si erano già rivelati la sua passione e il suo talento per il disegno.