Ligabue, libellule e antiche Bibbie I tesori salvati

I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale hanno recuperato beni per quasi due milioni di euro

Migration

di Dario Crippa

Volumi antichi e pregiati, dipinti d’autore trafugati. Il Nucleo Tutela Patromonio Culturale di Monza, gli “Indiana Jones dell’arte, hanno impreziosito lo scorso anno con alcune operazioni spettacolari. Ma anche tanto lavoro al computer. Approfittando della loro “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, i database di opere d’arte rubate più grande del mondo.

Il bilancio finale degli uomini agli ordini del maggiore Claudio Sanzò, di stanza accanto alla Villa Reale, parla di oltre 1.700.000 euro di beni culturali sequestrati nel 2022. Le attività di indagine hanno consentito di denunciare 69 persone per furto, ricettazione, scavo clandestino, contraffazione di opere d’arte e danneggiamento. L’attività si è anche concentrata sulle verifiche di sicurezza a musei, biblioteche, archivi, aree archeologiche e tutelate da vincoli paesaggistici non dimenticando la costante azione di controllo sugli esercizi antiquariali, mercati e fiere di settore. Oltre 2.000 sono stati i reperti archeologici sottoposti a sequestro, 9 i falsi e 364 i beni antiquariali, archivistici e librari sequestrati.

E la storia di un’annata entusiasmante non può che partire da una “libellula”, che ha permesso di restituire un dipinto del grande pittore Antonio Ligabue. È stata infatti una consulenza tecnica a dimostrare che il dipinto intitolato “Autoritratto con spaventapasseri” esposto in mostra ad Aosta era proprio quello oggetto di un furto perpetrato oltre 30 anni fa in un piccolo Comune in provincia di Reggio Emilia a pochi chilometri da Gualtieri, ultima residenza di Antonio Ligabue. La perizia aveva consentito di evidenziare in quel quadro, realizzato tra il 1957 ed il 1958 con la tecnica a olio su faesite, la presenza di alcuni particolari, fra cui quella che era stata definita una “impronta” nella parte superiore del dipinto: una libellula appunto, presente nel dipinto originale rubato e asportata verosimilmente per renderne più difficile il riconoscimento.

I carabinieri hanno ritrovato anche un altro dipinto, firmato da Giorgio De Chirico,intitolato “Vita silente di frutta”, trafugato oltre 40 anni fa da una abitazione privata piemontese da parte di ladri che ne avevano fatto poi perdere le tracce. Sino a quanso alla fine del 2021 i carabinieri di Monza, nel corso dei consueti controlli e delle attività di monitoraggio del mercato dell’arte e delle aste on line, non avevano rintracciato e sequestrato il dipinto, che era stato posto all’incanto in un’asta a un valore tra i 30.000 e i 50.000 euro. Non solo dipinti, ma anche libri. Ne sanno qualcosa a Meda, a cui è stato restituito un preziosissimo tomo della Bibbia riconosciuto grazie ai due timbri riportati sul frontespizio. Rialente a fine Settecento e intitolasto “Del Vecchio testamento secondo la volgata tradotto in lingua volgare, Tomo XVII” edito dalla Stamperia Reale di Torino nel 1781, sembrava sparito nel nulla. I beni parrocchiali sono spesso obiettivo dei ladri, data che manca una loro catalogaziona.

E sono conservati in chiese spesso sperdute e priva di protezione. Come quelli che erano stati rubati in alcune parrocchie della Diocesi di Lodi: una croce d’altare in metallo argentato e dorato, due candelieri in lamina d’argento risalenti al XVIII secolo, due stendardi processionali e un messale stampato della Tipografia poliglotta vaticana. I beni culturali ecclesiastici, eredità di valore inestimabile e testimonianze della fede e dell’identità religiosa delle comunità, sono stati ritrovati dal Nucleo Tpc e restituiti alla Diocesi.

E al seminario vescovile di Volterra è stato invece reso un volume del ‘500 di cui si erano perse le tracce dagli anni ’30 del secolo scorso chiamato “Ovide. Le metamorfosi di Ovidio, ridotte da Giovanni Andrea dell’Anguillara, in ottava rima, Venezia 1583’’. Un dipinto, “Sosta di soldati nella caserma”, realizzato nel XIX secolo dall’artista Camillo Corti, è stato invece restituito al Comune di Merate. Era stato trafugato 14 anni fa da Villa Confalonieri ed era ricomparso in un’asta pubblica.