Lettera per salvare la ciminiera

Pressing per far ridurre l’impatto del piano di recupero dell’ex feltrificio Scotti in viale Battisti

di Martino Agostoni

Prosegue il pressing per far ridurre l’impatto del progetto di recupero dell’area dell’ex feltrificio Scotti lungo viale Cesare Battisti con l’invio, sabato scorso, di una lettera aperta con oggetto “Salviamo la ciminiera”. Una lettera indirizzata al sindaco e all’assessore all’Urbanistica, oltre che a consiglieri comunali e Soprintendenza, da parte del coordinamento di comitati “no cemento“ e associazioni ambientaliste della città che chiede la tutela degli elementi di architettura industriale presenti nel sito, dove la ciminiera in mattoni di inizio ‘900, alta 40 metri, è il simbolo maggiore. Se la questione urbanistica relativa al piano di intervento dell’ex feltrificio ha avuto una svolta a metà marzo, quando è stato deciso di sottoporre alla procedura di Vas (Valutazione ambientale strategica) il nuovo progetto residenziale proposto per riqualificare i 30mila metri quadrati tra le vie Scarlatti, Donizetti e viale Battisti a causa di varie criticità emerse, ora la battaglia prova a insistere sulla ciminiera perché "venga recuperata in quanto elemento identitario ed emblematico della storia di Monza", si legge nella lettera. E viene chiesto che il progetto sia modificato prevedendo anche "la ricostruzione, almeno in parte, degli edifici industriali demoliti consentendone usi compatibili, pur attualizzati, nonché il recupero di nuove funzioni e spazi pubblici in “open space”; una drastica riduzione del numero di unità abitative e delle altezze dei 7 nuovi edifici residenziali (massimo 3 piani) a fronte delle migliaia di alloggi non occupati esistenti; di aumentare le destinazioni a servizi (esempio: nuovo centro civico del quartiere Cazzaniga); un collegamento ciclopedonale tra via Scarlatti e via Boito (in sostituzione del nuovo collegamento viabilistico)". A favore del salvataggio della ciminiera, per cui è prevista nel progetto una conservazione simbolica ridotta a 16 metri d’altezza, il coordinamento ha aperto una petizione online che ha raggiunto quasi 800 adesioni, mentre sono stati allegati alla lettera una serie di pareri.

L’attuale ciminiera è a rischio di crollo ma secondo l’Ordine degli ingegneri di Monza e Brianza e una valutazione tecnica fatta a fine gennaio dall’ingegnere Danilo Campagna di Arcore l’intera struttura può essere recuperata e messa in sicurezza. Mentre a favore della tutela degli elementi architettonici del sito viene presentato lo studio di Giovanna Rosso Del Brenna, professoressa dell’Università di Genova.