Lettera alla Bei su Pedemontana "Non pagare, non ha nulla di green"

Appello dei gruppi ambientalisti a Banca europea degli investimenti per non dare 550 milioni all’autostrada "È un’opera che contraddice la finanza verde che è una missione della cassa comune dei 27 Stati Ue"

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di Barbara Calderola

"Nessun beneficio sul traffico e ambiente devastato": un mese fa i “No Pedemontana“ avevano scritto a Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, un appello accorato pieno di cifre e di riferimenti sugli effetti della nuova autostrada in Brianza, oggi ripetono il concetto alla Bei, la Banca europea di investimenti, forziere di Bruxelles. Dalle casse comuni, proprietà dei 27 Stati membri, è uscito un pezzo di finanziamento per l’infrastruttura, 550 milioni di euro, e ora i 15 gruppi di attivisti che firmano la nuova missiva, da Usmate a Desio, chiedono all’istituto di revocarlo.

"Non c’è nulla di green nell’opera, niente che possa somigliare anche solo vagamente alla finanza verde nella missione della Banca", spiegano gli ecologisti che da qualche mese, dopo anni di stallo, hanno visto il progetto dell’autostrada Pedemontana riprendere quota grazie ai fondi statali per le Olimpiadi invernali 2026. I volontari stavolta vorrebbero tagliare i viveri al tracciato dopo avere elencato i danni che comporterà. "Come già successo sulle tratte A e B1 e le tangenziali di Como e Varese, costo 1,2 miliardi, con percorrenze lontane da quelle previste (22mila veicoli al giorno contro i 60mila ipotizzati) e un bilancio disastroso per la natura con lo sventramento del Bosco della Moronera a Lomazzo e quello della Battù a Lazzate con fondi agricoli cancellati e compensazioni ridotte o non ancora realizzate". Lo stesso scenario previsto per le nuove tranche appena rimesse in moto, la B2 e la C (la D è stata temporaneamente stralciata) in Brianza "fra il rischio contaminazione diossina a Seveso, Meda, Cesano, Bovisio per il passaggio in terreni “sporchi“ e l’eliminazione di riserve nei parchi GruBria, Valle Lambro, Colli Briantei e Pane". Inoltre si tratta di "uno scempio che non otterrà neppure il risultato di eliminare le code nei centri, perché il pedaggio, al contrario, terrà lontani i pendolari dalle nuove corsie. Come successo con Brebemi".

A maggio sono riprese anche le manifestazioni contro la costruzione, subito dopo l’assegnazione del maxiappalto da 1,4 miliardi relativo alla parte che attraversa il territorio brianzolo. L’associazione temporanea d’impresa formata da Webuild, ex Salini Impregilo, con Pizzarotti e Astaldi, era in cima nella graduatoria delle offerte per portare a termine i due lotti dell’infrastruttura con la formula del general-contractor: progetto, parziale prefinanziamento, costruzione. Un piano che il territorio prova ancora a scongiurare.