La lettera dalla prigionia consegnata 78 anni dopo

Paolo Gerlinzani l’aveva scritta ai genitori dal campo di Alessandria d’Egitto Acquistata dallo studioso Vittorio Rossin, ieri è stata donata alla figlia

Giovanna Gerlinzani mentre riceve lettera del suo papà

Giovanna Gerlinzani mentre riceve lettera del suo papà

Monza - «Miei cari, sono rimasto molto contento di ricevere la vostra cara lettera": marzo 1943. Paolo Gerlinzani, monzese, prigioniero di guerra ad Alessandria d’Egitto, scriveva a mamma Clotilde e papà Rinaldo, che all’epoca abitavano in via Antonio Cederna a Monza. La lettera è stata recapitata ieri, 29 settembre 2021 alla figlia Giovanna Gerlinzani, dopo 78 anniI servizi postali non l’hanno mai consegnata alla famiglia monzese e la missiva, censurata, è rimasta in giro tra scatoloni e archivi fino alla fine della guerra. Poi è stata venduta come tanti altri reperti per poche lire al quintale, fino a che Vittorio Rossin, funzionario dell’Ufficio statistica del Comune di Monza e appassionato di storia antica e contemporanea, l’ha trovata per caso e acquistata. Ha dato notizia attraverso il nostro giornale delle lettere dal fronte, inviate da soldati monzesi e ritrovate qua e là, con la speranza di poter dare la gioia a qualche familiare di riceverne una, dopo tanto tempo.

E così Andreina Salomoni, una nostra lettrice, ha realizzato che Paolo era proprio il papà di sua cognata Giovanna Gerlinzani, che ha rintracciato il funzionario comunale, il quale ieri le ha consegnato la lettera, scritta tanti anni fa dal papà. Non sono mancate le lacrime di commozione: "Eh sì - dice la signora Giovanna - è proprio la calligrafia del mio papà, mancato nel 2002. Ci raccontava sempre della guerra, della manifattura di accendisigari, venduti poi clandestinamente attraverso una rete. Uno dei suoi clienti era stato persino Gheddafi da bambino, poi divenuto capo di stato libico". La lettera è di poche righe, su carta ormai ingiallita dal sapore antico, scritta con la tradizionale calligrafia allungata e appuntita, schiacciando il pennino come si insegnava a scuola. "Io come al solito sempre bene, ma spero in voi tutti. Attendo ancora vostre novità e saluto tutti". Non poteva scrivere altro Paolo Gerlinzani, assediato dalla censura. Lettere dal fronte, storie di prigionia che si intersecano con la storia monzese: "Dopo la guerra, nel 1949 mio papà Paolo ha sposato mia mamma, Rachele, che lavorava per la Frette" ricorda la signora Giovanna, lasciando intravedere un altro capitolo di storia monzese.