Monza, 29enne in fin di vita per la legionella

Il giovane è stato trasferito al San Gerardo per cure specialistiche. Intanto le vittime sono due e per la Regione "l'epidemia sta calando"

La terapia intensiva Ecmo a Monza (foto Radaelli)

La terapia intensiva Ecmo a Monza (foto Radaelli)

Monza, 12 settembre 2018 - Da venerdì c’è un macchinario che respira per lui. Che lo aiuta a non affaticare il cuore e i polmoni colpiti dal virus della legionella. È grave ma stabile. «Al momento non si sono verificate né problematiche tecniche né complicanze cliniche», l’ultimo bollettino dei medici dell’ospedale San Gerardo di Monza dove è ricoverato un ragazzo di 29 anni arrivato d’urgenza la scorsa settimana da Gavardo. Lì si era presentato martedì scorso con febbre, tosse e respiro sofferente. La diagnosi di polmonite da legionella è arrivata in poco tempo. L’ennesimo caso nel Bresciano come nell’Alto Mantovano.

L’ultimo censimento della Regione parla di circa duecento malati. La terapia per lui è immediata. Ma il 29enne non risponde. I medici della Rianimazione dopo un tentativo di ventilazione non invasiva decidono di intubarlo. Le condizioni del ragazzo, però, peggiorano progressivamente e l’ospedale di Gavardo chiede l’intervento della squadra Ecmo del San Gerardo, specializzata in casi particolarmente gravi di problemi alle vie respiratorie. Venerdì mattina la missione nel Bresciano, il collegamento del paziente alla cosiddetta macchina cuore-polmoni e il ritorno in Rianimazione a Monza, dove viene sottoposto alla terapia antibiotica. Ora, il referto della direzione sanitaria della Asst di Monza, «gli scambi gassosi e più in generale le condizioni cliniche si sono stabilizzate, il paziente è ancora connesso alla circolazione extracorporea, sottoposto a ventilazione meccanica con strategia ventilatoria protettiva, prosegue terapia antibiotica».

Mentre la «curva epidemica sta calando» come tranquillizzano dalla Regione, saranno decisive le prossime ore. Anche se normalmente i soggetti interessati sono al 70% maschi, prevalentemente anziani o con patologie pregresse e basse difese immunitarie. Come l’82enne di Merate, in provincia di Lecco, ricoverato giovedì all’ospedale di Desio in arresto cardiocircolatorio. Immediatamente i medici del pronto soccorso hanno escluso la genesi sia cardiaca sia cerebrale, e gli esami specifici hanno evidenziato «un quadro compatibile con diagnosi di polmonite da legionella». Ma dopo le prime 24 ore di cure, sabato pomeriggio l’uomo è morto. Il suo caso, tuttavia, non ha alcun collegamento con i numerosi contagi nella Bassa.