Le tre bike line della discordia

Monza in Bici ne reclama la realizzazione. Ma il Comune: corsie risultate troppo strette

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di Martino Agostoni

Lungo corso Milano, nella zona della Posta, la larghezza media della strada è di 13,80 metri: abbastanza per dare spazio agli automobilisti con corsie larghe 3,20 metri per ognuno dei sensi di marcia, affiancate dai posti per la sosta larghi 2 metri: quindi c’è spazio per le bici con le corsie ciclabili di 1,30 metri per ogni lato con anche un margine di mezzo metro rispetto alla zona di parcheggio. Lungo via Mentana gli spazi sono un po’ più stretti, ma comunque la larghezza media è di circa 8 metri ed è sufficiente a lasciare ai veicoli nelle aree larghe 3 metri per senso di marcia, affiancate da corsie ciclabili larghe un metro. Lungo via Boito le misurazioni non sono ancora state ultimate ma per la storica associazione di ciclisti urbani Monza in Bici la questione dei progetti per le prime tre corsie ciclabili monzesi è già chiara. E, come anticipato durante il Consiglio comunale dal consigliere del Pd Marco Pietrobon, le possibilità per tracciarle ci sarebbero, mentre mancherebbe la volontà dell’Amministrazione.

"La Giunta monzese ha fatto marcia indietro – accusa il presidente di Monza in Bici Lorenzo Brusadelli – dopo aver propagandato sui media e reti sociali questi nuovi tracciati dichiarando l’impossibilità di realizzarli per presunte nuove modifiche che impedirebbero, a loro dire, queste realizzazioni".

La possibilità di realizzare anche sulle strade italiane le cosiddette “bike lane“, quindi le corsie ciclabili tracciate semplicemente con la segnaletica orizzontale ai lati della carreggiata come avviene da decenni in mezza Europa, è prevista dal Decreto Rilancio di maggio 2020 e anche l’Amministrazione aveva annunciato le avrebbe introdotte sperimentando le prime tre in corso Milano, via Mentana e via Boito.

Ma dopo l’estate il Comune ha comunicato di non poterle più realizzare a causa dei cambiamenti nel testo che converte il decreto in legge, che impongono limitazioni all’uso promiscuo delle nuove corsie. "Ma noi – prosegue Monza in Bici – non abbiamo avuto alcuna notizia di queste inspiegabili modifiche ai decreti e, interpellata la Fiab nazionale, abbiamo avuto conferma che nulla è cambiato". Lo dimostrerebbe anche l’interpretazione fatta in altre città, come Milano, dove le corsie ciclabili sono state realizzare ampiamente. Monza in Bici chiede all’Amministrazione monzese di dare chiarimenti.

Ieri la replica dell’assessore alla Viabilità, Federico Arena, ricordando però che "già a novembre Monza in Bici e Fiab sono stati informati per primi dei motivi tecnici per cui le corsie ciclabili non potevano essere fatte. Mi stupisce che ora sollevino la polemica, che sembra motivata solo da ragioni politiche. Perché anche i tecnici comunali hanno fatto le misurazioni e la loro relazione ha chiarito che il problema è posto dalla legge che limita a brevi tratti la possibilità di uso promiscuo delle corsie: vuol dire che in una strada stretta come via Mentana, la corsia continua a non permetterebbe il transito sia di bici sia di auto, mentre in una strada come corso Milano saremmo costretti a misure drastiche, come togliere gli spazi della sosta".