Le mani della ’ndrangheta sulla Brianza

Il procuratore Claudio Gittardi: "Forte infiltrazione di criminalità organizzata nell’imprenditoria e nella pubblica amministrazione"

di Stefania Totaro

Quasi triplicati i reati informatici e più che raddoppiati i procedimenti penali per usura. Sono i due dati più eclatanti che emergono dalla relazione sull’ultimo anno giudiziario della Procura di Monza. A stilare il resoconto dell’attività convenzionalmente individuata dal luglio 2020 al giugno 2021 è il procuratore della Repubblica monzese Claudio Gittardi, che descrive il territorio brianzolo come "caratterizzato dalla presenza di un forte tessuto imprenditoriale, da una forte infiltrazione di criminalità organizzata nell’imprenditoria e nella pubblica amministrazione, da una tra le più alte densità di popolazione del territorio nazionale con le ovvie tensioni sociali che ne derivano".

"La Procura è impegnata, per il fatto di essere snodo fondamentale dell’imprenditoria nazionale, in delicate e complesse indagini per reati tributari e fallimentari – spiega Claudio Gittardi – Le radici della ‘ndrangheta hanno permeato il territorio, determinando un indotto delinquenziale e di alleanze assai tenace e gravi problemi di gestione del territorio, fertili per attività speculative nel settore dell’edilizia e degli appalti pubblici, ora più che mai nella fase di crisi dell’economia con la creazione di siti di grossi poli industriali dismessi da sfruttare".

Ritenuta "diffusissima" l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, "in costante crescita negli ultimi anni, in pericolose alleanze tra criminalità italiana e extracomunitaria". Risulta l’aumento dei procedimenti per omicidi volontari consumati e tentati "anche se con numeri contenuti".

Monza vive inoltre di "problemi di dissesto del territorio e di inquinamento", i cui reati sono aumentati del 17%. Per gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali "si assiste ad un andamento medio in crescita del 32%, pur con una diminuzione del 4% delle lesioni colpose". In diminuzione invece del 28% i procedimenti di omicidio stradale e del 54% quelli di lesioni colpose.

Dopo il lockdown causa Covid "sono aumentati rapine e furti mentre sono ancora in calo i furti in abitazione". Per quanto riguarda invece altri reati patrimoniali emerge "il forte aumento dei delitti di natura informatica (+ 283%) e i reati di accesso abusivo e danneggiamento di sistemi informatici (+ 101%)".

Aumentati del 28% i reati di bancarotta fraudolenta, mentre diminuiscono gli altri reati tributari. Un altro dato che fa riflettere è quello dell’aumento del 243% dei reati di usura e anche quello del 78% del riciclaggio di denaro collegato a reati fiscali. "A ciò si aggiunge l’impegno dei magistrati nelle indagini sullo spaccio di sostanze stupefacenti e sui numerosi reati contro il patrimonio commessi spesso con modalità odiose, come ad esempio le truffe agli anziani, o pericolose per l’incolumità delle persone, come le rapine e i furti in abitazione – conclude il procuratore monzese – settori che destano grave allarme sociale e che non si intende in alcun modo trascurare".