STEFANIA TOTARO
Cronaca

Le imprese di famiglia e l’evasione da un milione

Ai domiciliari marito e moglie per i traffici abusivi di due società di logistica su terreni che risultano riconducibili alla locale di Desio della ’ndrangheta

Marito e moglie agli arresti domiciliari per evasione fiscale e sottoposti al sequestro preventivo di denaro e beni per oltre un milione di euro. La coppia, S.P., 48 anni, che risulta nato a Saronno in provincia di Varese e residente a Montebello Ionico in Calabria e M.D., 47 anni, nativa della stessa città calabrese e residente a Desio, lei amministratrice di diritto e lui di fatto di due imprese operanti a Desio nel settore della logistica e del trasporto di merci su strada, è ritenuta dagli inquirenti "contigua" ad ambienti della criminalità organizzata perché i terreni utilizzati per le loro attività risultano riconducibili a personaggi ritenuti legati ad ambienti mafiosi. Ad eseguire i provvedimenti, chiesti dalla Procura di Monza e disposti dalla gip del Tribunale monzese Angela Colella, sono stati i militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Monza al comando del colonnello Maurizio Querqui.

Le indagini, eseguite dai Finanzieri della Compagnia di Seregno a partire da settembre 2020, sono partite da un’attività ispettiva fiscale nei confronti delle due società e hanno accertato irregolarità edilizie, urbanistiche ed ambientali su un’area agricola di circa 9mila metri quadrati in via Vicenza a Desio, abusivamente destinata all’esercizio di impresa, adibendo il terreno a parcheggio degli autocarri in uso, con installazione di prefabbricati, di officine per la manutenzione (nella foto) e distributori di carburante. Erano stati denunciati i legali rappresentanti delle società ed era stata sequestrata nell’aprile 2021 l’intera area, utilizzata per il trattamento non autorizzato di rifiuti, nonché due depositi di carburante e oltre 16mila litri di gasolio per autotrazione. Una parte del terreno sequestrato, del valore di oltre 90mila euro, risultava precedentemente acquistato da una immobiliare riconducibile ad Annunziato Moscato, ritenuto capo della ‘Locale’ di ‘ndrangheta di Desio e condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso. Nel frattempo iniziavano ad emergere anomalie contabili e finanziarie e una delle due società aveva proseguito l’attività traslocando su una nuova area in via Ferravilla a Desio che in passato apparteneva ad Ignazio Marrone, a sua volta ritenuto contiguo con ambienti di criminalità organizzata.

Le Fiamme Gialle, su richiesta del pm monzese Michele Trianni, hanno quindi proseguito le indagini e hanno scoperto che l’azienda (operativa dal 2017) era subentrata nell’attività di una società preesistente, con medesima sede e compagine sociale, formalmente amministrata dal medesimo legale rappresentante, dando vita ad una sistematica ed ingente evasione fiscale ininterrottamente dal 2015 al 2020 dall’amministratrice di diritto, oltre che dal marito, ritenuto il reale dominus delle due imprese. L’indagine ha consentito di ricostruire profitti illeciti per oltre un milione di euro, di cui circa 700mila euro di Iva evasa in conseguenza delle dichiarazioni fiscali omesse oppure infedeli presentate, oltre a mancati versamenti di somme dovute - relative a ritenute e contributi - per circa 300mila euro, compensati indebitamente con crediti inesistenti.

S.T.