Le anime di Achille Lauro diventano arte per aiutare a guarire un bambino in più

Il cantante ha messo all’asta le opere digitali ispirate alle sue canzoni: l’intero ricavato al Centro monzese che cura le leucemie infantili. E in reparto la visita a sorpresa della prima ballerina della Scala Virna Toppi: selfie, sorrisi e la promessa di "fare qualcosa insieme"

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di Cristina Bertolini

Dalla danza classica al pop, alla creazione figurativa digitale. Per curare un bambino in più. Grazie, anche, alla musica di Achille Lauro. Perché le sue canzoni sono diventate opere d’arte digitali vendute all’asta proprio per sostenere il Centro di ricerca e cura delle leucemie dei bambini a Monza. Cinque ’pezzi’ ispirati al Glam Rock, Rock’n’Roll, Pop, Punk Rock e all’orchestra classica: "Quadri che racchiudono tutto ciò che ha definito e influenzato non solo la mia sensibilità di artista ma anche la percezione che la gente aveva di sé e del mondo – racconta l’artista –. Ogni genere rappresenta un’epoca, un modo di vivere e di pensare: un momento di rottura e di cambiamento". E "sono contento che si sia conclusa l’asta – continua Lauro – innanzitutto perché tutto il ricavato verrà utilizzato per fare del bene. Il secondo motivo è perché le opere dei ragazzi della scuola BigRock sono state vendute e anche io ne ho comprata qualcuna. Sono molto contento di avere partecipato in prima persona all’asta benefica e ringrazio tutte le persone che sono riuscite a partecipare".

Dietro l’iniziativa del cantante veronese ci sono gli allievi dell’accademia trevigiana BigRock, scuola di computer grafica e arti visuali. E nei giorni scorsi gli Nft (opere con garanzia di proprietà digitale) delle opere sono stati vendute all’asta al prezzo base di mille dollari a pezzo. Dalla musica alla danza. Sempre con il cuore ai piccoli pazienti del Comitato Verga. Che hanno ricevuto la visita speciale di Virna Toppi, prima ballerina del Teatro alla Scala, originaria di Lentate sul Seveso. Occhi azzurri, sorriso contagioso, Virna ha regalato selfie e foto con i ragazzi. "Non è stato facile da un punto di vista emotivo, più di quanto potessi immaginare – confessa la ballerina –, ma la passione dei ricercatori, il coraggio di tutti coloro che sono lì e la voglia di vivere che ho visto in quest’ospedale, mi hanno dato l’ennesima conferma di quanto l’essere umano sia capace di fare e di quante più persone così il mondo avrebbe bisogno". Poi un ultimo selfie e la promessa, senza sbilanciarsi troppo, di voler "creare qualcosa per far passare delle ore di spensieratezza ai bambini in cura".