"La Villa Reale finalmente ritorna pubblica"

I comitati che si erano sempre opposti alla gestione privata della Reggia consigliano: il futuro deve essere come a Venaria o a Vienna

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di Marco Galvani

"Finalmente la Villa Reale sta tornando in mano pubblica". Un ritorno gradito per i i comitati ‘Parco’ e ‘La Villa Reale è anche mia’. Ma che diventi "occasione per fare tesoro di errori del passato". In questi ultimi giorni si è conclusa "una vicenda che era partita sgrammaticata sin dalle prime battute - sottolinea la portavoce dei comitati Bianca Montrasio -. Affidare a un ente privato con caratteristiche inadatte la gestione della parte nobile di un bene come la reggia monzese e lasciargli praticamente mano libera sono errori da non ripetere". Le prossime saranno settimane di transizione. Il passaggio di consegne dal concessionario privato (la società Nuova Villa Reale Monza) al Consorzio si concluderà il 19 febbraio.

E "non sarà un passaggio indolore: la direzione del Consorzio vuole doverosamente verificare lo stato di ogni spazio dato in concessione. Ed è in vista un contenzioso visto che l’ormai ex concessionario ha richiesto un risarcimento plurimilionario (oltre 8,3 milioni di euro, ndr) per mancati introiti, con la malcelata pretesa di scaricare sulla collettività quello che comunemente va sotto il nome di rischio d’impresa, senza preoccuparsi delle proprie responsabilità per il danno d’immagine e subito dalla reggia". La Villa è arrivata al punto e a capo. "Condividiamo la scelta del Consorzio di far rinascere la Villa sotto la sua gestione diretta - continua Montrasio -: il direttore, per pianificare il futuro, dovrebbe valutare come modelli gestionali gli esempi di Venaria Reale a Torino o della reggia di Schönbrunn a Vienna". È però necessario "istituire un Comitato tecnico scientifico, peraltro previsto dallo Statuto del Consorzio e rafforzare la dotazione di risorse". Soltanto seguendo questa strada è pensabile "far rinascere la Villa come centro di diffusione della cultura, in particolare della didattica anche a livello universitario, e come museo con il riallestimento delle sale laddove è possibile e utilizzando la tecnologia virtuale laddove non lo è. Le idee non mancano: vanno tirate fuori dai cassetti dove sono state relegate per anni". Evitando di seguire "scelte fuori luogo" come la proposta di fare della Villa Reale una delle sedi di rappresentanza delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026: "Designazioni di questo tipo assicurano prestigio soprattutto all’ospitato e aggiungono ben poca gloria all’ospitante" chiarisce Roberto D’Achille, avvocato del Comitato per il Parco.