La rivincita della Provincia: "Addio Brianza Cenerentola"

Santambrogio: con la riforma risorse e autonomia

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Una rincorsa infinita, il traguardo dell’autonomia sancita dal Parlamento nel 2004, i primi passi con le elezioni solo cinque anni dopo e già con una spada di Damocle sulla testa: la riduzione della neonata Provincia di Monza e Brianza e di tutte le altre in enti di secondo livello.

Addio elezione diretta del presidente e quindi peso politico, addio a enti appena arrivati sul territorio come la Camera di Commercio, subito accorpata con Milano, e poi tagli pesantissimi al personale e alle risorse per effetto di una serie di Finanziarie di austerity. Una Provincia di carta, che ora si prende la rivincita. Per il lavoro che è riuscita a fare come casa dei Comuni (per esempio gestendo una centrale unica per gare e appalti), per il ritorno delle risorse (centinaia di milioni col Pnr), per la progettualità (dal territorio al piano del traffico), e soprattutto per il dibattito in corso al tavolo delle riforme, che potrebbe restituire agli enti di secondo livello l’autonomia perduta con la riforma Delrio. Luca Santambrogio, presidente della Provincia targata Mb e dell’Upl (Unione province lombarde), ne è sicuro: il 2023 sarà l’anno della riscossa.

Presidente, a 19 anni dalla legge istitutiva, a gennaio entra in vigore anche la nuova araldica. Una fuga in avanti? "Non avevamo ancora stemma, gonfalone e bandiera, ora abbiamo quasi concluso l’iter e il presidente della Repubblica ha già autorizzato con decreto l’araldica. Manca solo l’affidamento al produttore, poi invieremo la bandiera ai 55 comuni. Se abbiamo investito su questo è perché le province rimangono".

Già, ma con quale formula? "Come presidente dell’Upl ho potuto partecipare ai tavoli sulla riforma del codice degli appalti e sulla riforma delle autonomie. L’obiettivo è arrivare a fine 2023 con la riforma delle province. La richiesta dell’Unione province italiane è che si torni a un organo di primo grado, con il presidente eletto dai cittadini. A ciò dovrà seguire un chiarimento in materia di risorse umane ed economiche che metta le province in grado di lavorare".

Intanto voi andate avanti: con quali risultati? "Abbiamo appena approvato una convenzione con Città metropolitana e Provincia di Lodi, che si sono aggregate alla nostra Centrale unica di committenza: sarà la più grande d’Italia a gestire gare e appalti per conto degli enti anche più piccoli come i comuni. Nel 2022 abbiamo gestito gare per un fabbisogno di 421 milioni".

Vale invece solo per la Provincia briantea l’accordo fatto con la Finanza per uno scambio di informazioni e controllo delle gare. "Sì, questo è un esempio di trasparenza e garanzia di controllo in un momento i cui di fondi ne stanno arrivando tanti".

Tanti quanti? "In un mese e mezzo abbiamo già appaltato nove gare sull’edilizia scolastica per 30 milioni e 160mila euro, ai quali si sono aggiunti altri 8 milioni per il miglioramento dei servizi dell’istituto Europa Unita di Lissone".

Vi sentite innnovativi: qualche esempio? "Abbiamo portato a termine il Ptcp, ma soprattutto il Piano urbano della mobilità sostenibile, a cui non eravamo tenuti: siamo stati gli unici. E poi abbiamo sostenuto le comunità energetiche individuando le piccole e medie imprese capofila. E con l’appalto calore nelle scuole sostituiremo le vecchie caldaie con la tecnologia a pellet".

La ciliegina sulla torta? "Rientreremo nel consorzio della Villa Reale, da cui la Provincia era uscita per mancanza di soldi. Contribuiremo con una quota e offrendo servizi come centrale unica di committenza".