“La principessa ballerina” Il romanzo scritto da Parigi

La 42enne Stefania Colombo, mandava qualche pagina ogni 2-3 gior alle amiche in Brianza per tenere loro compagnia poi ha preso corpo il libro

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di Fabio Luongo

La storia l’ha scritta quasi come un romanzo a puntate, steso tra i bistrot e una biblioteca, per far compagnia ad alcune amiche in Italia, costrette in casa all’epoca del lockdown. Una pagina ogni due o tre giorni, inviata da Parigi, dove vive, per una vicenda partita come un racconto e diventata una lunga avventura. E’ nato così il romanzo "La principessa ballerina", pubblicato dalla giussanese Stefania Colombo per le edizioni Morellini. La 42enne brianzola, cresciuta a Giussano, ha avuto una prima vita come avvocato penalista, durata 7 anni. Poi, nell’estate del 2013, si è trasferita a Parigi, dove è tornata tra i banchi dell’università per studiare teatro ed è diventata autrice e attrice. Lì oggi vive e lavora con due compagnie teatrali.

E ora è arrivata anche l’esperienza da romanziera, con questo libro d’esordio ambientato a bordo di uno dei più importanti piroscafi di inizio ‘900, il Principessa Mafalda, naufragato nel 1927. Una vicenda di formazione che si svolge tra la Liguria e il Sudamerica, narrata miscelando ironia, racconto e poesia, attraverso il punto di vista di Menico, ragazzo genovese, imbarcato sul transatlantico, che diventa uomo. "Ho scritto questa storia come un feuilleton, come lo scrittore che leggevo da bambina, Salgari - racconta Colombo -. La scrivevo per 5 amiche che vivono in Italia, per fare compagnia a loro che erano costrette in casa. A puntate, ogni 2 o 3 giorni, mandavo loro una pagina, raccontando un pezzettino di storia. Inizialmente doveva essere un racconto di 5 pagine, poi è diventato questo romanzo, perché le mie amiche non volevano che la storia finisse, e così è cresciuta".

"Partendo da alcune fotografie che mi hanno fatto per un book ho iniziato a scrivere dei piccoli racconti - ricorda -. In una delle foto sembravo un macchinista di nave: da lì l’idea di un racconto su una nave degli anni Venti. Così ho incontrato la storia del Principessa Mafalda, su cui si imbarcarono personaggi famosi. Allora ho pensato che una storia così andasse narrata. Man a mano che la raccontavo ho fatto tutte le ricerche storiche necessarie, appassionandomi ancor di più. E poi sono fissata col mare, e con i pirati. Nel libro c’è poi la Ligura, dove passavo le vacanze, e gli anni ‘20 che mia nonna mi raccontava quand’ero bambina, e certi personaggi hanno il sapore di quei racconti che la nonna mi faceva tra Birone, Giussano e Carate".