La pista presenta il conto: danni per un milione. Gli avvocati Sias contro la vecchia ‘cricca’ dell’Autodromo

Il contestato bando della ristorazione, la gestione poco trasparente dei parcheggi e del campeggio. E poi l’inchiesta della Procura di Monza che ha travolto il vecchio management. Oggi la Sias "sta cercando di riconquistare dignità e credibilità agli occhi del mondo" di Marco Galvani

Niente grande tennis in autodromo di Monza

Niente grande tennis in autodromo di Monza

Monza, 3 novembre 2014 - Il contestato bando della ristorazione, la gestione poco trasparente dei parcheggi e del campeggio. E poi l’inchiesta della Procura di Monza che ha travolto il vecchio management. Oggi la Sias - la società dell’Automobile club di Milano che gestisce il tempio della velocità - «sta cercando di riconquistare dignità e credibilità agli occhi del mondo», dice l’avvocato del circuito, Angela Fortuna. Questo ha sofferto l’Autodromo. «Danni economici e non»: 743.481 euro di «danni patrimoniali complessivi» oltre a 300mila di «grave danno di immagine». Tutto per colpa della ‘cricca’ dell’Autodromo oggi a processo. I guai cominciano dalla gara d’appalto per il servizio bar e ristorante. Un bando con un canone da 205.200 euro l’anno per 5 anni oltre al 13 per cento per ogni pasto del catering. Ma nel 2012 l’allora presidente Sias Paolo Guaitamacchi decise di non sottoscrivere l’aggiudicazione all’associazione temporanea d’impresa vincitrice e alla quale sarebbe dovuta subentrare (per la quota di Stella Anzani, storica ristoratrice dell’Autodromo) la Duepì (società nel frattempo fallita il 4 settembre).

Perché «quel bando era risultato antieconomico», viste le cifre irrisorie riconosciute alla Sias in confronto dei guadagni delle società esterne. Nel bando, infatti, Sias rinuncia ai contratti sulle esclusive merceologiche, quando invece prima prendeva il totale detratto solo un 20 per cento da riconoscere alla società di marketing Acp. Un mancato profitto per Sias di 100mila euro, che ci rimetteva anche su campeggi (a fronte di 40mila euro pagati al Comune di Biassono per l’affitto di un’area non era riconosciuta alcuna percentuale sugli incassi) e parcheggi (per l’area dell’Esterno Lesmo, Sias ha pagato 11mila euro, la cooperativa che la gestiva ne ha guadagnati oltre 40mila riconoscendone a Sias solo 6mila). E poi, pur senza averne titolo, l’amministratore di fatto della Duepì si mise d’accordo con l’allora direttore del circuito, Enrico Ferrari, per entrare in Autodromo a lavorare. Sias, dunque, è stata estromessa dalla gestione della ristorazione per circa 15 mesi senza peraltro ricevere un pagamento del canone e delle spese di occupazione dei locali né delle percentuali sui guadagni nei giorni di gara: soltanto per i giorni del Gp di Formula Uno si parla di quasi 180mila euro di introito oltre al 5% degli incassi persi da Sias. A cui si devono aggiungere anche tutte le altre gare minori e la perdita di contratti per le esclusive merceologiche visto che la Duepì commercializzava marchi differenti (70mila euro). Ma ora l’Autodromo presenta il conto ai suoi ex dirigenti e consulenti.

marco.galvani@ilgiorno.net