Migliaia di carte di caramelle assemblate in una tavola dorata su cui tratteggiare un bonbon in bianco. La caramella, un dono che si fa a se stessi per coccolarsi e gratificarsi, diventa ancora più preziosa per un bambino che si prepara a una visita medica, magari per un intervento importante. Legge la preoccupazione sui volti di mamma e papà. Poi lo distrae la lunga serie di caramelle colorate che lo accompagna lungo il corridoio prima della visita.
Offre un respiro di speranza e di normalità “Hospital’Art. Osped’Art“ la mostra diffusa di circa 100 opere d’arte contemporanea in 40 allestimenti di 12 artisti realizzati nel corso di un anno fino al completamento di oggi per accogliere pazienti, visitatori e operatori e trasformando giorno dopo giorno la Palazzina Accoglienza, i corridoi verso i settori A, B e C e gli ingressi degli stessi settori dell’Ospedale San Gerardo. I “non luoghi“ che accompagnano verso le cure si sono trasformati in una galleria d’arte diventata a suo modo una cura dell’anima. Ieri il presidente della Fondazione Irccs San Gerardo dei Tintori Claudio Cogliati e gli artisti di Streetartpiu (Associazione no profit nata nel 2011 da Felice Terrabuio e Roberto Spadea), hanno voluto celebrare con un momento di convivialità il percorso fatto insieme, immergendosi in un tour delle esposizioni artistico-culturali all’interno dell’ospedale. Nella palazzina Accoglienza il visitatore è accolto da una serie di decorazioni circolari in cui l’occhio cerca istintivamente un alfabeto. Grandi installazioni colorate campeggiano nel seminterrato, trasformato in vasca espositiva. Felice Terrabuio ha immaginato una presenza umana per le strade di Monza con i suoi pantaloni colorati. Quindi, per il San Gerardo ha pensato di trasformare i camici. E così lungo il corridoio compaiono i camici dei chirurghi, come angeli fluttuanti, come li vedono i pazienti in semiveglia. Il camice è icona degli angeli che accudivano i pazienti durante il Covid: non si vedeva il volto, ma solo la tuta, dietro a cui si celava un professionista che "si prendeva cura". E ancora, camici di colori pastello, divertenti, per alleggerire l’ansia dell’attesa, come i pannelli colorati al centro prelievi.
"Siamo certi che l’arte riesca a suscitare emozioni positive – spiegano Terrabuio e Spadea – Streeartpiu si fa promotrice di nuove forme di dialogo in grado di creare attraverso la bellezza, i colori e le forme, nuovi percorsi emotivi in cui il tempo trascorso in questi spazi comuni diventi l’occasione per far dialogare cura ed arte, accompagnando chi è in cura, chi ci lavora, chi transita. Arte come cura... ma non solo per i pazienti". Gli ospedali come osservano gli artisti sono un crocevia di bisogni, nodo vitale di competenze ed esperienze, dove il linguaggio della cura resta umano e si intreccia con l’innovazione tecnologica: qui l’arte e la bellezza diventano fattore di contatto tra le persone, di benessere contribuendo a rendere l’esperienza ospedaliera meno preoccupante.
"Ospitare arte in ospedale – sottolinea il Presidente dell’Irccs San Gerardo Claudio Cogliati – rappresenta un momento culturale che non si limita solo al miglioramento della qualità estetica degli spazi di cura, ma si traduce anche in un percorso già avviato negli anni precedenti: l’ospedale non è solo un luogo di cura ma anche di cultura. E il connubio di questo progetto, Hospital’Art. Osped’Art, arte e creatività, proprio nei pressi di un luogo deputato alla cura, esce dagli schemi e racchiude l’idea della riflessione e dell’incontro tra arte e cura".