La Corte di Giustizia europea può ostacolare la fusione

Vicenda analoga a quella brianzola, cessione non avvenuta con una gara. Il consigliere regionale Fumagalli attacca: "L’abuso diventerebbe evidente"

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di Gualfrido Galimberti

Un nuovo colpo di scena potrebbe vanificare tutti gli sforzi dell’amministrazione comunale per arrivare a concretizzare l’operazione di aggregazione industriale tra il gruppo seregnese Aeb e A2A.

"Dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea – spiega il brianzolo Marco Fumagalli, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle – arriva una sentenza che potrebbe stravolgere le procedure, attraverso le quali le società in house vengono cedute ai privati".

Uno sviluppo inatteso e che, tuttavia, qualora dovesse effettivamente produrre conseguenza anche a Seregno, all’esponente pentastellato non dispiacerebbe affatto. Fumagalli, del resto, ha sempre cercato di ostacolare l’aggregazione. Ha provato a sensibilizzare a più riprese la collettività, ha lanciato appelli ai sindaci, purtroppo inutili: Seregno, da sola, deteneva il 54 per cento delle quote azionarie e poteva decidere liberamente. Si è rivolta al Tar, all’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), si è rivolto alla Commissione Europea, all’Anac (Autorità nazionale anti corruzione). Ora, a bocce ferme, questa notizia che potrebbe rimettere tutto in gioco.

"Per i giudici comunitari – spiega Fumagalli – decade l’affidamento in house anche quando la cessione ad un privato sia avvenuta con gara d’appalto. Questo perché, cambiando la famiglia di appartenenza, è evidente non ci si possa avvantaggiare di un precedente privilegio giuridico".

Così la Corte di Giustizia Europea ha deciso rispondendo alla questione sollevata in via incidentale dal Consiglio di Stato italiano che chiedeva spiegazioni alla fine del mese di dicembre relativamente al ricorso del Comune di Lerici contro la Provincia di La Spezia relativamente alle aziende Iren Spa e Acam Ambiente Spa. Dopo il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea, però, le conseguenze possono ricadere anche su tante altre situazioni simili.

"L’effetto della sentenza europea – commenta Fumagalli – si ripercuoterebbe sul caso di A2A e Aeb, dove addirittura la cessione non è nemmeno avvenuta con gara. L’enorme abuso, a questo punto, risulterebbe evidente. Mi auguro che nessuno metta in dubbio che Aeb non sia più in house, dato che sotto il logo c’è scritto appartenente al gruppo A2A". Ora Fumagalli promette battaglia: "Insieme a Tiziana Beghi, eurodeputata del Movimento 5 Stelle, chiederò che la Commissione Europea apra una procedura di infrazione comunitaria nei confronti dello Stato italiano per violazione del trattato UE, in merito a quanto emerso con la sentenza 719 del 2020 apparsa ora sui quotidiani economici".

Intanto il consigliere regionale pentastellato invita Tiziano Mariani (capogruppo della lista civica "Noi x Seregno", nonché artefice del ricorso contro l’aggregazione industriale) a fare ancora una volta la sua parte: "Bisogna tutelare la legalità – conclude Fumagalli – investendo la Corte di Giustizia Europea di questa novità in relazione alla vicenda Aeb-A2A".