L’unione Aeb-A2A in Commissione Europea

Il Movimento 5 Stelle contrario all’aggregazione ha deciso di varcare i confini e chiedere l’intervento dell’istituzione comunitaria

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I grillini sostengono che l’operazione doveva essere portata avanti attraverso una gara pubblica

di Gualfrido Galimberti

Il Movimento 5 Stelle non si arrende: sull’operazione di aggregazione tra il gruppo seregnese Aeb e A2A chiede l’intervento della Commissione Europea. Dopo aver sollevato pubblicamente una campagna di sensibilizzazione dei cittadini, dopo il ricorso al Tar (che ritenuto il consigliere regionale Marco Fumagalli non legittimato perché non direttamente coinvolto) e dopo la richiesta di intervento dell’Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato), ecco che ora il movimento pentastellato porta la questione oltre i confini nazionali.

Il compito è stato affidato all’europarlamentare Eleonora Evi, che chiede alla Commissione europea di verificare "se le regole sulla legittimazione attiva nell’ambito del processo amministrativo italiano tutelino adeguatamente il principio di concorrenza stabilito dai trattati UE e di conseguenza la capacità giuridica dei cittadini". Gli esponenti pentastellati, infatti, hanno a più riprese sollevato dubbi sulla legittimità dell’intera operazione. "Bisogna chiarire ogni aspetto - conferma Marco Fumagalli, il consigliere regionale - perché non si può accettare che il Consiglio comunale svenda una importante azienda pubblica del territorio". Per lui il problema è molto semplice: "Non solo la legittimazione deve essere garantita a tutela dei diritti democratici, ma una concentrazione industriale non può prescindere dall’esperimento di una gara pubblica". "Il mancato esperimento di gare pubbliche - aggiunge Fumagalli - oltre che creare un danno erariale viola la disciplina della concorrenza. Proprio per questo è in corso l’istruttoria dell’Autorità garante per la concorrenza del mercato che mi auguro voglia sanare qualsiasi folle tentativo di bloccare l’azione giudiziaria proposta dal sottoscritto e dalle imprese per carenza di legittimazione di chi ha avviato l’operazione".

In realtà l’Agcm, che ha deciso di aprire una istruttoria, nulla dice riguardo alle modalità adottate da Aeb e da A2A per arrivare all’accordo.

La lente di ingrandimento più che sull’iter è puntata sulle conseguenze dell’aggregazione: perché l’intento dell’Autorità garante è quello di verificare se questa operazione può alterare gli equilibri del mercato violando i principi di concorrenza. Sulla legittimità del percorso seguito, tuttavia, non c’è ancora il via libera definitivo. Si attende infatti il pronunciamento del Tar Lombardia a cui si sono rivolte due aziende e, con motivazioni differenti, il consigliere comunale Tiziano Mariani (capogruppo della lista civica "Noi x Seregno"). Il Consiglio di Stato si è limitato a togliere la sospensiva, ma si attende ancora un pronunciamento nel merito da parte del tribunale amministrativo. La discussione è prevista per i primi di dicembre. Poi, come si può immaginare, qualunque sarà la decisione, si continuerà a suon di ricorsi prima di potere arrivare alla parola fine.