Seregno, nel centro massaggi teneva sette escort: arrestata dj soubrette Kyra Kole

Secondo l'accusa si occupava personalmente del reclutamento e dell’organizzazione dell’attività delle squillo come si gestisce una vera e propria impresa

Prostituzione al centro massaggi

Prostituzione al centro massaggi

Monza, 13 aprile 2019 - A volte capitava che, tra un cliente e l’altro, le “lucciole” uscissero a fumare in abiti succinti, nonostante il centro massaggi fosse a due passi da una scuola materna e dal teatro dell’oratorio. Ma ci è voluto un pesante litigio tra due delle ragazze a fare scoprire ai carabinieri il giro di prostituzione gestito da Edyna Greta Gyorgy, ungherese di 34 anni residente a Pioltello. In arte Kyra Kole, di professione dj con all’attivo la partecipazione in tv al cast di “Ciao Darwin” e come attrice in qualche filmetto, nonché protagonista di un calendario per Playboy, la donna è stata sottoposta a fermo (già convalidato dal gip del Tribunale di Monza Cristina Di Censo) per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione dai carabinieri della Compagnia di Seregno su ordine del pm della Procura di Monza Carlo Cinque, che ha ottenuto il sequestro preventivo dei locali presi in affitto in via Amedeo Colombo 1 e di circa 70mila euro trovati su due conti correnti a lei intestati.

Anche se, secondo gli inquirenti, il giro di affari era molto più proficuo. Secondo l’accusa, la 34enne originaria di Budapest (che sul suo sito online riferisce di essere classe ‘89) si occupava personalmente del reclutamento e dell’organizzazione dell’attività delle squillo come si gestisce una vera e propria impresa: gli annunci per reperire le ragazze, a cui faceva aprire la partita Iva e pagare l’affitto per la propria stanzetta nel centro aperto nel 2017 come “attività di servizi per la persona”, la pubblicità in Rete, cinque linee telefoniche per gli appuntamenti ai clienti, che pagavano da 70 a 150 euro rigorosamente in contanti a seconda delle prestazioni.

La metà dei compensi se li intascava però la 34enne, che si recava anche più volte al giorno nella sua azienda per ritirare il denaro guadagnato dalle 7 prostitute di nazionalità marocchina, ucraina, polacca e una italiana. «Se in Italia cambiassero un paio di leggi io sarei a posto», l’hanno sentita dire i carabinieri nelle intercettazioni riferendosi al business dell’attività illecita, che le avrebbe fatto guadagnare ben più dei 1.550 euro all’anno di reddito che dichiarava.

Ada accendere il faro dei carabinieri della Compagnia di Seregno, al comando del maggiore Emanuele Amorosi e del capitano Daniele Brasi, non la presenza delle ragazze all’esterno del centro massaggi in abiti non esattamente da professionista delle pratiche olistiche o il continuo viavai di uomini, bensì la telefonata di una delle “lucciole” per un pesante dissidio con una collega. All’arrivo dei militari, le massaggiatrici si sono mostrate reticenti a spiegare quale fosse l’attività svolta in quei locali al piano terra e le modalità delle loro prestazioni lavorative, per timore della loro datrice di lavoro, che addirittura aveva fatto installare delle telecamere interne per controllarle. Ma ormai i sospetti avevano fatto partire le indagini.