Cinisello, accoltella passanti a caso: Frigatti trasferito all'ospedale psichiatrico

Il grafico pubblicitario 34enne uccise, nel mese di giugno, il titolare di un autolavaggio e ferì due persone di Simona Ballatore

Accoltella tre persone: un morto e due feriti. Nel riquadro Davide Frigatti (Spf)

Accoltella tre persone: un morto e due feriti. Nel riquadro Davide Frigatti (Spf)

Cinisello Balsamo, 19 luglio 2014 - E' stato trasferito all’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, dopo che da quel maledetto 17 giugno era piantonato 24 ore su 24 a Villa Serena, all’interno del San Gerardo di Monza. È ancora sedato Davide Frigatti, il grafico pubblicitario di 34 anni che un mese fa ha accoltellato a morte Franco Mercadante, titolare dell’autolavaggio di Cinisello e ha ferito gravemente il benzinaio sestese Francesco Saponara e Dario Del Corso, pensionato. 

Il 9 luglio davanti al giudice per le indagini preliminari di Monza, Giovanni Gerosa, si è tenuta una prima udienza con l’affidamento della perizia psichiatrica, seguita da una prevalutazione delle condizioni psichico-fisiche di Frigatti, volta a deciderne il trasferimento in carcere o in una struttura ospedaliera psichiatrica giudiziaria. Ieri il gip ha emesso il provvedimento optando per quest’ultima. Da settimana prossima inizieranno le operazioni peritali. «Davide ha e avrà necessita di cure psichiatriche e psicologiche», spiega l’avvocato difensore Simone Facchinetti, che ha ricevuto l’incarico dalla famiglia Frigatti e che si sta occupando di altri casi della «Lombardia degli orrori»: è difensore delle parti lese nel processo Pizzocolo, il ragioniere di Arese accusato dell’omicidio della giovane Lavinia Aioloaiei, così come della famiglia di Lyzabeth Mora, la mamma uccisa nel cremonese. Cinisello è ancora incredula, Davide Frigatti era ben inserito nel lavoro come nella compagnia di amici. Lo descrivono come un ragazzo sereno, generoso, sportivo: giocava a calcio, praticava kung fu. «È stato un fulmine a ciel sereno», continua l’avvocato. Solo il giorno prima del delitto, parlando col fratello, aveva mostrato ansie e preoccupazioni. Si sentiva perseguitato. Aveva letto la Bibbia, era andato in Chiesa e poi al cimitero. Ma prima che i familiari potessero verificare cosa gli stesse succedendo la situazione è precipitata.

«È tornato a casa a prendere la macchina del padre, era sporco di sangue, ha detto di essere stato aggredito da un cane e di avere avuto una colluttazione con il padrone — spiega il legale, ripercorrendo i momenti prima del raptus —. Ha preso il coltello da cucina e ha detto frasi sconnesse: “Dobbiamo scappare. O noi o loro”. Il papà, spaventato, ha cercato di bloccarlo ma lui è scappato. Così ha preso la bici ed è corso dalle forze dell’ordine per avvisare. Per fermarlo». Ma Frigatti si era già accanito su Del Corso, Saponara e Mercadante finendo la folle corsa, senza vestiti, al Parco Nord. In questi trenta giorni i genitori hanno potuto, nei limiti consentiti, far visita al figlio in ospedale. «Non era il Davide che conoscevano, sembra un’altra persona — continua il legale —. Siamo sollevati del trasferimento in una struttura protetta e più idonea a capire e curare il problema. Davide quel giorno era incapace di intendere e di volere».