K-Flex, lotta senza stipendio da 36 giorni. E adesso i presidi raddoppiano

In serata mogli e figli davanti ai cancelli per evitare lo sgombero

PROTESTA Ieri un nuovo corteo e poi un presidio ai cancelli Lo sgombero per ora è stato fermato

PROTESTA Ieri un nuovo corteo e poi un presidio ai cancelli Lo sgombero per ora è stato fermato

Monza, 1 marzo 2017 - Sono trentasei i giorni di presidio senza stipendio, al freddo e sotto la pioggia. È arrivato marzo e i lavoratori della Isolante K-Flex restano accampati nelle loro tende di fortuna a difendere la fabbrica, per evitare che portino via macchine e linee, e con esse il loro futuro. In gioco c’è la sopravvivenza della manifattura di via Leonardo da Vinci che i proprietari vogliono chiudere licenziando 187 dei 250 dipendenti. La società nega, ma i sindacati sono sicuri che il progetto è quello di spostare la produzione all’estero, forse in Polonia dove stanno ingrandendo la fabbrica di Wieleninie. 

Una voce che ha trovato conferma nelle parole dell’amministratore delegato di K-Flex Polonia, Bartlomiej Gröbner. Il manager il 13 gennaio, sul sito www.lodzkie.naszemiasto.pl, ha dichiarato infatti che i proprietari italiani di K-Flex hanno deciso di raddoppiare le dimensioni dello stabilimento, portandolo dagli attuali 7,5mila a 15mila metri quadrati. I lavori sono cominciati a dicembre 2016 e termineranno a metà giugno 2017. L’ampliamento sarà operativo a fine settembre-inizio ottobre 2017. L’operazione comporterà l’assunzione di 100 dipendenti portando da 272 a 350. «In Italia, dove la K-Flex ha preso decine di milioni di incentivi pubblici, licenzia mentre assume all’estero», tuona fuori dal presidio Matteo Moretti, sindacalista della Filctem-Cgil Brianza. La tensione resta alta. Ed è salita alle stelle quando ieri pomeriggio nel presidio è arrivata la voce che due autoarticolati erano fermi fuori dalla vecchia fabbrica della K-Flex, vicino al cimitero, per caricare dei forni da mandare nello stabilimento in Nord Carolina. 

Un gruppo di lavoratori allora si è staccato dal presidio per impedire che questo accadesse. «Quasi una provocazione a due giorni dall’incontro al ministero dello Sviluppo. Ci stavano provando li abbiamo bloccati», dice Enrico Ferrario, uno dei delegati sindacali. Sono arrivate 4 camionette, 2 della polizia e 2 dei carabinieri, con uomini in divisa antisommossa. Si sono temuti scontri e che le cose potessero precipitare. Verso le tre tutto è tornato tranquillo, i camion se ne sono andati vuoti, «anche se - annuncia Moretti - manterremo il doppio picchetto. Sappiamo che da mesi nella vecchia sede della K-Flex fanno produzione benché le norme urbanistiche comunali lo vietino».

Lunedì era stata un’altra giornata campale quando ha cercato di entrare in azienda Carlo Spinelli, l’amministratore delegato della società: «Lo abbiamo bloccato per mezz’ora urlandogli al megafono tutte le cose che avremmo voluto dirgli al tavolo della trattativa, in Assolombarda e al ministero, dove non si è mai presentato». Stamattina invece è stato organizzato un corteo a Vimercate, da piazza Marconi al municipio, città dove risiede la famiglia Spinelli, proprietaria della società nata nel 1989 con un piccolo laboratorio proprio a Roncello e oggi un gruppo internazionale con 2.500 dipendenti, 11 stabilimenti sparsi nel mondo intero e decine di sedi rappresentanza leader nella produzione della gomma per gli isolanti termici e acustici. Amedeo, il fondatore, è presidente del cda, dove siedono il figlio Carlo e la figlia Marta, direttore delle Risorse Umane e presidente di Assogomma.