"Interrate il parcheggio al Palazzo del Mobile"

Michele Faglia, ex sindaco di Monza e figlio dell’architetto che lo progettò chiede alla giunta di rispettare lo storico edificio nell’operazione di recupero

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di Fabio Luongo

Salvaguardare l’aspetto esteriore di Palazzo del Mobile, spostando sotto terra il nuovo parcheggio previsto fino all’altezza del primo piano, per evitare di modificare in modo irreversibile un edificio a suo tempo finito su riviste internazionali di architettura quale "esemplare nel panorama della tendenza del razionalismo del dopoguerra".

Un paletto da mettere nel recupero della storica struttura di via Carducci affacciata sulla Valassina, per cui la Giunta lissonese ha recentemente dato il via libera al Piano attuativo di ristrutturazione, che vedrà trasformare lo stabile in un polo di riferimento per lo sport.

A chiederlo è Michele Faglia, ex sindaco di Monza e architetto, nonché figlio di quel Vittorio Faglia che con Gualtiero Galmanini progettò negli anni ‘50 il palazzo.

"Il mio è un disperato appello all’Amministrazione - spiega Faglia -. Avevo fatto presente da tempo la delicatezza dell’intervento: l’edificio ha un significato simbolico importante per la città, perché il Palazzo del Mobile in Italia era proprio a Lissone, e ha anche un valore architettonico, in quanto è uno degli edifici razionalisti del dopoguerra, e quindi deve essere rispettato. Ho scritto per tempo al Comune, ho fatto avere loro la documentazione relativa alle pubblicazioni su Palazzo del Mobile sulle riviste internazionali".

"Mi colpisce il disinteresse rispetto alla tutela degli edifici di valore architettonico del secondo dopoguerra e degli anni ‘50 - sottolinea Faglia -: non ci sono vincoli e quindi non si valuta l’importanza di quelle poche strutture di pregio che ci sono. E ce ne sono anche a Monza e in Brianza. Non sono contrario al fatto che tali edifici vengano recuperati, ci mancherebbe: ma vanno rispettati. Ho fatto presente al Comune che era tranquillamente possibile prevedere una soluzione alternativa, ossia fare i parcheggi interrati, ma la cosa non è stata recepita. Che l’Amministrazione non capisca che così si dequalifica il portale d’ingresso alla città è grave, come pure che vinca sempre l’interesse economico-commerciale, facendo uno sfregio a un edificio di grande valore, anche internazionale".

"Ho scritto alla Giunta, al presidente dell’Ordine degli architetti, ma non mi hanno nemmeno risposto - prosegue -. Sono indignato per queste mancate risposte. Siamo di fronte a un caso-simbolo da non ripetere: serve porre vincoli urbanistici e limitazioni alle trasformazioni estetiche e tipologiche degli edifici storici. Sono contento che riviva una struttura inutilizzata da anni, ma non che venga deturpata".