Morto nell'incidente sulla Milano-Meda: "Eugenio, altruista fino al sacrificio"

La sorella del tassista falciato da un'auto per salvare la vita ai fidanzati intrappolati: "Niente rabbia, solo dolore"

Incidente sulla Milano-Meda, morto Eugenio Fumagalli (nel riquadro)

Incidente sulla Milano-Meda, morto Eugenio Fumagalli (nel riquadro)

Monza, 15 gennaio 2019 -  «È stata una fatalità, una tragedia...non c’è rabbia, è inutile, c’è solo tanto dolore». Luisella Fumagalli è la sorella di Eugenio, il tassista di 47 anni che ha sacrificato la sua vita per salvare quella dei due giovani fidanzati brianzoli speronati da Davide Provenzale, il pirata della strada di Lazzate. «Ha raggiunto la nostra macchina e ci ha salvato la vita – hanno raccontato alla Polstrada i due ragazzi, sotto choc – senza di lui non saremmo qui...». In queste ore, dopo quanto successo sabato notte alle 3.30 sulla Milano-Meda, Luisella si è stretta nella casa di Albiate, in Brianza, attorno a papà Francesco, che è di poche, ma chiarissime parole: «Chi ha sbagliato paghi e paghi il giusto».

A sei ore di distanza dall’incidente - intorno alle 9.30 dopo che era stato prelevato nella sua casa di Lazzate - Provenzale aveva un tasso alcolemico appena fuori dal limite di legge (0,52 contro 0,50 grammi per litro). Significa che durante la serata aveva alzato troppo il gomito. Già in passato gli era stata sospesa la patente, due volte, per guida in stato di ebbrezza. Dopo aver seguito il percorso di riabilitazione, l’aveva riguadagnata. Il ventiseinne è agli arresti domiciliari con l’accusa di omissione di soccorso. Il Tribunale di Monza ha convalidato il fermo. Ma gli inquirenti stanno vagliando la sua posizione al microscopio e l’accusa potrebbe presto aggravarsi, trasformandosi in concorso in omicidio stradale.

«Mio fratello era una persona buona, altruista e lo ha dimostrato fino alla fine – lo ricorda la signora Luisella –. Amava il suo lavoro, che aveva ereditato da papà, gli piaceva andare in palestra, aveva fatto judo per parecchi anni. Una persona pulita, da otto anni frequentava la compagna, che vive a Forlì. Aveva preso tutte le precauzioni per poter soccorrere quei ragazzi, ma poi è successa la tragedia». Gli altri due uomini coinvolti nel groviglio di lamiere e sangue, invece, un romeno di 22 anni residente a Milano, che guidava una Volkswagen Passat, e un italiano di 47 anni che era al volante di una Renault Clio, sono indagati a piede libero per omicidio colposo.

L’alcol-test effettuato sul luogo dell’incidente ha dato esito negativo. «Sicuramente è utile un appello a tutti gli automobilisti – dice Luisella Fumagalli – non andate forte, siate prudenti». Sul corpo del tassista, straziato dall’impatto e dallo sbalzo per parecchi metri, è stata disposta l’autopsia, che potrà servire a meglio delineare le cause della morte e, quindi, la dinamica. Emerge, nel frattempo, che un altro tassista, poco dopo Fumagalli, si è fermato per soccorrere la coppia di fidanzati. «Ringraziamo di cuore chi ha salvato la vita di mio figlio e della sua fidanzata – dice M.I., la mamma del ragazzo di Limbiate alla guida della Fiat 600 –, gli saremo sempre debitori. Tutto il resto lo abbiamo raccontato alla polizia». Intanto, i colleghi tassisti di Milano hanno messo un fiocco nero sui loro mezzi, lunedì mattina, per ricordare l’amico Eugenio e sensibilizzare a una maggiore sicurezza.