Incidente sulla Milano-Meda, pirata 26enne ai domiciliari: aveva bevuto troppo

L'accusa di omissione di soccorso, potrebbe trasformarsi in concorso in omicidio stradale

Incidente sulla Milano Meda

Incidente sulla Milano Meda

Cesano (Monza), 14 gennaio 2019 - A sei ore di distanza dall'incidente - intorno alle 9.30 dopo che era stato prelevato nella sua casa di Lazzate - aveva un tasso alcolemico appena fuori dal limite di legge (0,52 contro 0,50 grammi per litro). Significa che durante la serata, con tutta probabilità, aveva alzato troppo il gomito, per poi mettersi alla guida in modo sicuro per la sua e per l'altrui incolumità. Non a caso, già in passato gli era stata sospesa la patente per guida in stato di ebbrezza. Recidivo, insomma. Tanto da generare, più o meno indirettamente, con la catena delle responsabilità ancora in fase di accertamento, la tragedia di Eugenio Fumagalli, il tassista 47enne di Carugo travolto in mezzo alla Milano-Meda. Il 26enne si trova temporaneamente agli arresti domiciliari, con l'accusa di omissione di soccorso. Ma gli inquirenti stanno vagliando la sua posizione al “microscopio” e l'accusa potrebbe presto aggravarsi, trasformandosi in concorso in omicidio stradale. Gli altri due uomini coinvolti nel groviglio di lamiere e sangue, invece, un romeno di 22 anni residente a Milano, che guidava una Volkswagen Passat, e un italiano di 47 anni che era al volante di una Renault Clio, sono indagati ma a piede libero. L'alcol-test effettuato sul luogo dell'incidente ha dato esito negativo.

Si attende invece – ci vorranno circa dieci giorni – l'esito del test sulla droga effettuato per il pirata della strada. Sul corpo del tassista, straziato dall'impatto e dallo sbalzo per parecchi metri, verrà disposta l'autopsia, che potrà servire a meglio delineare le cause della morte e, quindi, la dinamica del sinistro. Intanto, i colleghi tassisti di Milano hanno messo un fiocco nero sui loro mezzi, lunedì mattina, per ricordare l'amico Eugenio e sensibilizzare a una maggiore sicurezza stradale.