Tragedia alla Lamina, la Brianza si stringe alle sue vittime del lavoro

A Burago tre giorni di lutto per Marco Santamaria, il cordoglio della sindaca di Muggiò per Arrigo Barbieri e la speranza che Giancarlo possa tornare a casa

Fiori per gli operai della Lamina

Fiori per gli operai della Lamina

Monza, 18 gennaio 2018 - La Brianza si stringe attorno alle famiglie delle sue vittime del lavoro. Angelo Mandelli, sindaco di Burago, ha proclamato tre giorni di lutto cittadino per ricordare Marco Santamaria, uno dei tre operai che martedì hanno perso la vita alla Lamina di Milano e che viveva nel piccolo borgo alle porte di Monza. Sul pennone del Comune la bandiera italiana è a mezz’asta. "Un segno tangibile di mestizia, in una comunità colpita al cuore dalla sua fine - sussurra, scosso, Mandelli - È  una famiglia molto conosciuta, i suoi figli e sua moglie potranno contare sull’aiuto di tutti". La comunità si stringe alla famiglia. Ieri, una processione ininterrotta ha raggiunto la palazzina di via De Amicis, dove Marco non tornerà più.

Ore di apprensione a Muggiò, dove vive la famiglia di Giancarlo Barbieri, ancora gravissimo al San Raffaele. "Esprimo a nome di tutta la comunità di Muggiò profondo cordoglio per la tragedia sul lavoro avvenuta lunedì sera a Milano, presso la ditta Lamina, che ha coinvolto diversi operai, due dei quali nati nella nostra città", dice la sindaca Maria Fiorito, profondamente colpita dall’accaduto, cha ha voluto fare le condoglianze alla famiglia di Arrigo Barbieri anche attraverso i canali istituzioni quali il sito del Comune e sui social network. "Vorrei che ci stringessimo idealmente intorno a Giancarlo Barbieri, che ancora in queste ore sta lottando fra la vita e la morte, con la speranza che possa tornare presto a casa sua, nella nostra città, mentre faccio le condoglianze alla famiglia di Arrigo Barbieri, che purtroppo non ce l’ha fatta e nella serata di lunedì ci ha lasciati".

Giancarlo, ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano, è in condizioni disperate e naturalmente è all’oscuro della tragica sorte del fratello. La famiglia Barbieri è legata a doppio filo alla comunità della Taccona di Muggiò, una frazioncina che è quasi un piccolo paese. I fratelli Arrigo e Giancarlo sono cresciuti proprio alla Taccona, dove la loro mamma aveva una tintoria. Cresciuti in oratorio, Arrigo e Giancarlo erano molto noti nel circondario, come accade da sempre nei piccoli paesi. 

Prima di sposarsi e di trasferirsi a Busto Arsizio, Arrigo - che da giovane ricordano tutti come un bel ragazzo con gli occhi azzurri - aveva una spiccata passione per lo sci e il windsurf, che ha a lungo praticato. Suo fratello Giancarlo era invece rimasto alla Taccona, dove con la moglie Angela si erano fatti conoscere per la loro passione come insegnanti di ballo. Fra l’altro Angela ha esercitato a lungo il mestiere di insegnante di stenografia e dattilografia nelle scuole del territorio. La famiglia era stata peraltro già toccata in maniera tragica dall’ombra della morte. Il loro figlio maggiore, Riccardo, era morto 14 anni fa, all’età di appena 23 anni, in un incidente stradale sulla Valassina.