Incendi a raffica a San Carlo: rifiuti bruciati nel rione dei nomadi

In fondo a una strada sterrata tra Desio e Seregno quintali di pattume. Vicini esasperati

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di Alessandro Crisafulli

San Carlo terra dei fuochi? Se ne parla da alcuni anni, ormai, a cavallo tra Desio e Seregno, dove è localizzato lo storico rione. Qualche vecchia cascina, alcune nuove palazzine, un susseguirsi di campi, intervallati da depositi, recinzioni, orti, il quagliodromo, qualche vecchio furgone. Da anni, segnalazioni, da parte dei residenti, sui social network. Ma anche appelli al Comune, alle forze dell’ordine, interventi dei vigili del fuoco. Senza nessuno che sia riuscito, però, a scrivere la parola fine alla vicenda. Chi sono gli autori di questi roghi, spesso serali e notturni, che fanno innalzare fumo denso sulla zona, riempiendola di odore acre, che pervade occhi e gola dei residenti? Furbi contadini o artigiani? Bande specializzate attive nel settore dello smaltimento abusivo dei rifiuti, che sappiamo quanto sia redditizio? O chi altro? "Accade a S.Carlo alle ore 19.15 una nuvola enorme di fumo invade via Mazzini, si spinge contro gli immobili di fronte, coprendo via Trincea delle Frasche, via Carlo Alberto Della Chiesa e si diffonde in via Olimpiadi e in tutto il quartiere", racconta una residente su Facebook.

E ancora: "Sento ancora l’odore acre nel naso, nella gola, le vie respiratorie ne risentono, faticavo a respirare, ho subito portato a casa la mia cagnolina e ho avvertito immediatamente le forze dell’ordine. I miei indumenti sapevano di bruciato, una sensazione di nausea e malessere accompagnata da una grandissima inc...ura". La donna sta pensando di coinvolgere l’intero rione per un esposto. Ma basta avventurarsi di qualche centinaio di metri per la strada sterrata che taglia in due i campi subito dopo le case per scoprire che è tutto alla luce del sole.

Non c’è nessun giallo, nessun mistero. L’inizio della stradina è già costellata di sacchi e montagnette di rifiuti, terreno fertile per incivili di varia natura. Ma è poco più avanti che la situazione si fa chiara, sulla destra ci sono alcune costruzioni basse. Nate abusivamente, poi probabilmente “sanate” in qualche modo negli anni addietro. Anche se sembra esserci un susseguirsi di muratura, baracche e altre costruzioni che non appaiono propriamente a norma (ce ne sono anche poco prima, sulla sinistra). Di certo, davanti lo scenario è eloquente, ci sono quintali di rifiuti, tutti palesemente bruciati. C’è persino una vasca metallica con dentro altri rifiuti, anch’essi diventati cenere. Davanti alle abitazioni anche vecchi elettrodomestici, ferri vecchi e altro. Si apre il cancello e sulla strada arrivano oltre una decina di bambini, tutti molto piccoli. Che fanno lo slalom tra i rifiuti bruciati. Qui vivono delle famiglie di nomadi, che in realtà si sono stabilite in questa terra di nessuno parecchi anni fa. La mattina le donne presidiano il centro, per l’elemosina. La sera qualcuno, proprio davanti alla propria abitazione, si diverte a giocare col fuoco. Impunemente, a quanto pare.