di Cristina Bertolini
Approvata nei giorni scorsi in Consiglio comunale la variante al Pgt (Piano di governo del territorio) risalente al 2017 , dopo 10 sedute di aspro dibattito tra maggioranza (secondo cui la variante è all’insegna del consumo di suolo zero, della semplificazione delle regole e dell’attenzione dell’ambiente) e opposizione (secondo cui cancella le norme a difesa dello sviluppo sostenibile e la qualità della vita, al solo scopo di monetizzare). L’assessora all’Urbanistica Martina Sassoli risponde sui punti chiave più controversi.
Cosa risponde a chi osserva che attraverso il meccanismo delle "premialità" si prefigura l’aumento incontrollato della funzionalità residenziale?
"Le premialità sono state introdotte al fine di promuovere e incentivare la rigenerazione urbana delle aree dismesse, rimaste ad oggi dei veri e propri buchi neri nella nostra città. Tutta la normativa è stata rivista alla luce dei nuovi orientamenti, sposati dal comune di Monza, per facilitare, velocizzare e sostenere gli interventi dei privati proprietari di queste aree, al fine di recuperare e rigenerere il suolo già consumato e restituirlo alla collettività in termini di verde urbano, spazi pubblici e servizi per la città. Le premialità, dunque, si accompagnano alle aree dismesse, in cui è stato mantenuta l’obbligatorietà della polifunzionalità. Chi parla di cementificazione residenziale, dunque pecca quantomeno di esprimersi per posizioni pregiudiziali, perché ogni piano attuativo sarà oggetto di valutazione e coordinamento da parte dell’Ente, che quindi ne determinerà la funzione. La logica che questo Pgt ha cercato di sovvertire, infatti, è quella legata a una preventiva posizione bolscevica con cui l’ente impone le sue decisionie e il privato deve sottostare, con il risultato che è sotto gli occhi di tutti: cioè che le aree dismesse sono ferme al palo. Al contrario noi crediamo e sosteniamo una nuova logica di partenariato pubblico- privato, in cui il pubblico accompagna il privato, facilitando l’investimento e massimizzando il soddisfacimento di obiettivi di interesse pubblico, insieme a quelli privatistici, di ovvia redditività dell’operazione di recupero. Questo è per noi l’urbanistica: un percorso di cambiamento accompagnato e gestito dall’ente, con la flessibilità richiesta da tempi particolari come quelli che stiamo attraversando".
Come si concilia la variante al pgt con l’adesione al "green city network" volto a fermare il consumo di suolo?
"La variante si configura come “green“ perchè conferma la soglia massima di edificabilità prevista dall’attuale Pgt per 10 anni (e non solo 5) e conferma il taglio del 75% di consumo di suolo introdotto dal Pgt nel 2016. Inoltre introduce elementi di premialità sul fronte dotazioni a servizi laddove vengano raggiunti parametri di rilevanza ambientale ben al di sopra delle normative esistenti, recupero acque, smaltimento rifiuti, efficientamento energetico e molto altro".
I prossimi passaggi?
"Sono quelli dettati dalla normativa sulle varianti urbanistiche: pubblicazione, osservazioni, controdeduzioni, aula per approvazione definitiva".