Monza, 20 giugno 2018 - Il pezzo di carta è lì. Un contratto di consulenza al Ministero dello Sviluppo economico con Luigi Di Maio. Per riscrivere la legge fallimentare e le procedure che stanno alle spalle della piaga sommersa delle esecuzioni fallimentari. Di Maio (e con lui lo stesso leader della Lega Nord, Matteo Salvini) glielo avevano promesso a poche ore dallo sloggio dalla sua casa. E Sergio Bramini, l’imprenditore di 71 anni fallito per colpa dello Stato (presso il quale avanza crediti per oltre 4 milioni di euro), ci sta già lavorando. Da quando l’ipotesi della consulenza è stata ventilata, sta raccogliendo materiale e segnalazioni per formulare proposte di quella che potrebbe avere già un nome: “Legge Bramini”. Lunedì mattina ha consegnato a Di Maio la bozza di questa nuova legge. E al pomeriggio l’ha presentata alla Camera, dove è stato il relatore principale di un convegno che ha avuto come relatori esperti, docenti univesitari, associazioni a difesa dei debitori.
Al suo ingresso nella Sala Tatarella, Bramini è stato accolto da un fuori programma: alcuini spettatori hanno sfoderato magliette con la scritta “Io sono Bramini”. "Mi ha emozionato - spiega il diretto interessato -: spero di non deluderli, c’erano persone che si sono ritrovate sbattute in mezzo a una strada coi bambini. Meno potere ai curatori fallimentari e alle banche, più difesa dei debitori. Non sarà facile sobbarcarmi questo incarico, in fondo devo lavorare per mantenermi, ora più che mai (dopo il suo fallimento Bramini si è “riciclato” come rappresentante commerciale, ndr). Ma accetterò". Prima bisognerà attendere che il contratto passi ai raggi X della Corte dei Conti. Potrebbe volerci un mese. La cifra della consulenza è per il momento top secret, ma non dovrebbe essere particolarmente alta. E a Bramini, che non ha cariche politiche, dovrebbero restare in capo tutte le spese, dai trasporti al vitto e alloggio a Roma. "Farò del mio meglio", ripete. Al convegno di lunedì, si vocifera che fra gli spettatori ci fossero anche parecchi osservatori inviati dalle banche.