Imprenditore fallito per colpa dello Stato: "La guerra comincia, pronto al Governo!"

Bramini accetta la consulenza offerta da Di Maio e Salvini: "Mi occuperò di aste giudiziarie"

Sergio Bramini ha dovuto trovare una nuova casa

Sergio Bramini ha dovuto trovare una nuova casa

Monza, 20 maggio 2018 - "Ieri (venerdì, ndr) ho perso la mia casa, ho perso la calma e ho dovuto cedere alla forza trattato come un criminale, tutto questo nonostante avessi proposto, grazie al buon cuore di un grande imprenditore, a saldo e stralcio l’intera somma dovuta alla banca e quella spropositata e concordata senza colpa per stanchezza al curatore. E proprio lui ha detto no rifiutandosi in modo sprezzante finanche di trattare!!! Non sto a domandarmi se lo ha fatto solo per la cattiveria e il livore che mi ha sempre dimostrato oppure per servire quei poteri forti che volevano che tutta l’Italia vedesse Sergio Bramini umiliato e piegato all’“ingiustizia”. Avete solo vinto una battaglia ma con questo è iniziata una guerra, non solo con me ma con tutti i “giusti,” quelle persone che pur in mezzo a mille difficoltà cercano di vivere dignitosamente e onestamente in questo paese. Ringrazio Matteo Salvini e Luigi Di Maio per la possibilità che mi hanno offerto e che mi consentirà di continuare a difendere i miei diritti e quelli di tutti i deboli e indifesi oppressi da leggi ingiuste, per questo rispondo ACCETTO!". Vergato a lettere maiuscole. 

Ore 5 del mattino. Sergio Bramini si alza dopo l’ennesima notte insonne. Stavolta nella nuova casa in affitto che è stato costretto a prendere dopo che ieri lo hanno definitivamente sloggiato dalla sua villa di via Sant’Albino 22, dove viveva da 27 anni. La giornata di fuoco vissuta venerdì non è servita a nulla, non sono servite le visite dei leader dei due partiti del momento, Luigi Di Maio (M5S) e Matteo Salvini (Lega). Non sono servite le 300 persone e il popolo del web che gli si sono stretti attorno. Neppure un assegno da 470mila euro offerto in extremis da un imprenditore per coprire il debito con le banche contratto a suo tempo per salvare la sua azienda, costretta a fallire con 4 milioni di crediti nei confronti dello Stato. "Abbiamo trascorso una nottata insonne, la mia famiglia e io. Troppi i ricordi dolorosi che ci legano alla nostra vecchia casa... Chiedo scusa se ho perso la pazienza il giorno dello sgombero, chiedo scusa ai poliziotti che ho spintonato, ma è esplosa la rabbia che covavo da 7 anni di soprusi e di angherie, mi si è chiuso lo stomaco come quando ero ragazzo anche se ormai ho 71 anni». 

Ma non è finita qui. Di Maio e Salvini hanno offerto un incarico di Governo, una consulenza per occuparsi di questioni immobiliari, di fallimenti, aste giudiziarie. Una legge Bramini. "E io ho ribadito proprio stamane che accetto. Ho già una lista di persone in condizioni disperate come la mia, persone che hanno sfiorato il suicidio dopo essere state costrette a fallire ed essersi viste portar via la casa. Mi sento in dovere di prendermene carico"