Luca, l’ex imprenditore che ha perso casa e azienda per una malattia

Sfrattato, vive dalla nonna paterna mentre la moglie sta coi bambini da quella materna: "Chiedo solo un alloggio comunale"

Michele Quitadamo, responsabile del sindacato diritto alla casa As.i.a. Mb

Michele Quitadamo, responsabile del sindacato diritto alla casa As.i.a. Mb

Villasanta (Monza e Brianza), 21 novembre 2020 - Una malattia improvvisa mette ko il capofamiglia che deve dire addio non solo alla salute, ma anche al lavoro e all’azienda. Oggi quella famiglia si trova sul lastrico: sfrattata dal padrone di casa perché non è più riuscita a pagare l’affitto si è vista costretta a separarsi. Il papà è tornato a casa della nonna paterna, la mamma e i tre figli da quella materna. Avere un alloggio comunale a Villasanta per loro sarebbe il più bel regalo di Natale.

Una storia carica di disperazione quella di Luca (il nome è di fantasia), 49 anni, ex imprenditore. "L’azienda andava bene – racconta – Vivevamo in una villa in affitto a Villasanta, avevo un buon reddito fino a quando nel 2016 sono finito in ospedale a causa di un serio problema neurologico. Sono stato ricoverato 8 mesi, il recupero è stato difficile, ho dovuto imparare tutto da capo. Nel frattempo la mia compagna doveva anche pensare a mandare avanti la famiglia. Abbiamo utilizzato tutti i risparmi". Luca non era più quello di prima, poi l’anno scorso una ricaduta che ha messo la famiglia definitivamente al tappeto. "Il proprietario della villa dove avevo anche gli uffici della ditta mi ha sfrattato e per la prima volta mi sono dovuto rivolgere ai sevizi sociali. Nel frattempo ho chiesto anche il reddito di cittadinanza: 970 euro al mese non mi permettono di poter accedere all’affitto di un privato". 

Luca ha presentato la documentazione necessaria per accedere a una casa comunale, ma si è trovato di fronte a un muro. "In Comune mi è stato riferito che case comunali libere a Villasanta non ce ne sono e mi è stato consigliato di cercarle in un altro Comune, malgrado la mia compagna abbia la residenza in paese". La scelta di rimanere a Villasanta è dettata dalla necessità di tutelare il benessere psicologico dei figli. "Le più piccole frequentano le scuole in paese. Portarle via dalle amicizie e dalla loro routine sarebbe un ulteriore colpo. Non voglio rimanere a Villasanta per sfizio, ma le risposte ricevute sono state molto umilianti". In paese, come ci è stato confermato dal Comune, ci sono un centinaio di alloggi popolari ma non sappiamo quanti attualmente disponibili. "Purtroppo sono anni che la Commissione di assegnazione in emergenza degli alloggi del bacino d’area di Monza, Villasanta e Brugherio non si riunisce – spiega Michele Quitadamo, responsabile del sindacato diritto alla casa As.i.a. Mb -. Ancor prima della pandemia ho più volte sollecitato un incontro proprio per risolvere situazioni come quella di Luca".

Quest’anno il bando regionale per l’assegnazione degli alloggi fissato a ottobre è stato posticipato ai primi mesi del 2021. "Le persone con un Isee inferiore ai 3mila euro possono accedere a un alloggio nel Comune di residenza, gli altri in quello del bacino d’area. Prima del bando i Comuni devono segnalare alla Regione quanti alloggi hanno a disposizione: gli alloggi vengono assegnati in base a un punteggio e alle case disponibili. Quello di Luca, però, è il caso di un’assegnazione in deroga per emergenza abitativa: una famiglia non può essere smembrata, soprattutto in presenza di minori".