Il rock, il punk e la ragione dei dubbi

Al Bloom di Mezzago concerti con band in arrivo anche da Stati Uniti e Norvegia e incontri sul pensiero critico

Migration

di Fabio Luongo

I veterani e le nuove leve dello stoner e del metal internazionale, per una serata dedicata all’heavy rock più travolgente. E poi un appuntamento a suon di punk e alternative-rock, con un vero e proprio mini-festival. E ancora, spenti gli amplificatori, uno spettacolo teatrale fatto di monologhi e dialoghi, canzoni e musiche, con l’intento dichiarato di stimolare dubbi, domande, ragionamenti e pensiero critico. Sono i concerti e le iniziative che animeranno la settimana del Bloom.

Si comincerà venerdì alle 21 con due band straniere di sicuro impatto, una in arrivo dagli Usa e una dall’Europa del nord: a calcare il palco di via Curiel saranno gli statunitensi Sasquatch, gruppo stoner metal che nei suoi brani mescola rimandi al rock più vigoroso, all’heavy metal anni ‘70 e alla psichedelia. Ad affiancarli ci saranno i norvegesi Slomosa, band desert rock dal sound energico e incendiario, compatto e abrasivo nella miglior tradizione dello stoner.

Un doppio evento imperdibile per gli amanti del metal. Biglietto d’ingresso 18 euro. Sabato alle 21, invece, una manciata di trascinanti gruppi italiani si radunerà al centro multiculturale mezzaghese per l’ultimo giro di ballo sul palco di uno dei componenti dei Latente, Matteo Lullo, che lascerà la band. Sarà una festa e al contempo un ricco concerto: prima dei Latente, che daranno ancora una volta fondo al loro muro di suono nutrito di alternative-rock, indie, punk e strizzate d’occhio al grunge e al garage, si esibiranno anche i Bear J Chips, in bilico tra punk-rock e hardcore; il trio Zeptepi, che sperimenta nuove strade sovrapponendo e ibridando rock, elettronica e hip-hop; il cantautore Kamahatma, alias Andrea Camatarri. Ingresso libero. Domenica, infine, la musica lascerà posto al teatro: alle 18.30 andrà in scena "La Ragione delle Domande", tra canzoni, monologhi e dialoghi, con brani di bossa nova e pezzi della Famiglia Rossi riarrangiati per l’occasione. A interpretare lo spettacolo nelle vesti di attori Vittorio Rota, frontman della band La Famiglia Rossi, e Walter Tiraboschi; con loro il pianista e compositore Peppe D’Avino, con Andrea Stancheris alla regia.

"Si tratta di un lavoro che si basa sull’esigenza di tutelare il pensiero critico – spiega Rota, che è autore del testo –. La paura che mi porto dietro da tempo è che la gente perda l’abitudine a ragionare con la propria testa. Se ti abitui a risposte preconfezionate, smetti di porti domande e diventi un elemento poco utile alla società in cui vivi. La capacità di riflettere in autonomia sta peggiorando". Biglietto d’ingresso 5 euro.