Il no al super mette tutti d’accordo

I verdi contestano il progetto, la Provincia è contraria e il primo cittadino di Arcore teme il traffico

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di Barbara Calderola

"No all’ecomostro". Europa Verde scende in campo contro il nuovo centro di produzione del Gigante e lancia un appello al Comune: "Non costruite".

Occhi puntati sull’edificio di 55mila metri quadrati, otto piani fuori terra e uno sotto.

Il sindaco ha già sul tavolo il parere negativo della Provincia, "senza interventi profondi sulla viabilità il traffico sarebbe infernale – spiega Maurizio Bono –. Monza ha già messo nero su bianco che non darà mai il permesso in queste condizioni".

A settembre è già in agenda un incontro con la proprietà, dopo la conferenza dei servizi aperta dall’amministrazione. "La soluzione ideale sarebbe la famosa tangenzialina – dice il primo cittadino – un by-pass dalla rotonda della Bergamina a Usmate con tre ingressi per Arcore, ma dubito che un privato decida di accollarsi gli 8 milioni necessari a costruirla. Il progetto dello store è bellissimo dal punto di vista della struttura e dei benefici per il lavoro (sono previste 150 assunzioni), ma le criticità ambientali e viabilistiche annullano i vantaggi". Forse la soluzione per il polo che Rialto, la società che controlla la catena di supermercati, vorrebbe utilizzare per i freschi e come base logistica, arriverà dal tavolo con le istituzioni. "Ma oltre a noi la questione coinvolge Villasanta", ricorda Bono. Il comune vicino però ha destinato l’area dove dovrebbe sorgere lo stabile ad agricoltura, mentre la porzione arcorese è già produttiva.

"L’operazione non torna da nessun punto di vista – chiariscono gli attivisti di Europa Verde – si realizza un centro di produzione di cibo distruggendo terreno vergine e aumentando il traffico, mentre temiamo che alla fine il saldo dei posti di lavoro sia negativo. Arcore comporterebbe la chiusura con il ricollocamento, o peggio, il licenziamento, dei dipendenti adesso impiegati a Basiano, Carpiano e Calcinate". Il gruppo chiede "tutt’al più di valutare la possibilità di recuperare un’area dismessa, dopo averne misurato l’impatto sul traffico".

"Le code che ogni giorno vediamo sul Pagani sono la spia della saturazione dell’area – sottolinea il sindaco – inserire logistica in un contesto già così complesso è impossibile. Servono interventi mirati. Discuteremo insieme come e quali. Così com’è non se ne fa nulla".