Il Monza rivive nella voce di 110 personaggi

Sono stati scelti per ognuno degli anni del club immortalati nel libro scritto da Artesani e Peduzzi e pubblicato dopo la promozione in A

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di Dario Crippa

Poco più di un mese fa, la realizzazione di un sogno covato per 110 anni. Destinazione Paradiso, lo slogan; i colori biancorossi, dai campetti scalcinati della serie D calcati appena pochi anni prima, raggiungono per la prima volta nella loro storia la Mecca del calcio con la promozione in serie A.

Stefano Peduzzi, giornalista e direttore del sito Monza News, con l’aiuto dell’appassionato e cesellatore di storie e statistiche Giulio Artesani, ci stava lavorando da un anno mezzo. E ora ha licenziato (e pare stia già vendendo molto bene) il libro che è il sogno di ogni cuore biancorosso. Si intitola non a caso “Monza Destinazione Serie A”, conta su un importante casa editrice (Diarkos, supportata dal colosso Mondadori) e prova a raccontare la storia del club forse più sfortunato (finora) della Brianza attraverso la voce di 110 suoi protagonisti. Calciatori, allenatori, dirigenti, addetti ai lavori, tifosi. Dall’esordio del Poeta del Gol Claudio Sala da Macherio agli allenamenti in bicicletta di baby Massaro, aneddoti a non finire. "E non è stato facile scegliere - premettono gli autori -. Abbiamo provato a raccontare la storia di questa squadra attraverso le loro tante piccole storie". Il libro doveva uscire un anno fa, "ma poi le cose si sono messe male e la delusione per come era finita la stagione è stata troppo grande (promozione sfumata sul più bello ndr). Ma quest’anno avevamo deciso di uscire comunque: per onorare i 110 anni di vita di questo club, con la speranza che il sogno fosse finalmente coronato". È andata proprio così.

Nel libro una carrellata di eventi, amarcord, curiosità, adai momenti belli a quelli (purtroppo tanti) più bui.

L’emozione più grande? La prefazione di Fulvio Saini, storico capitano e primatista di presenze in biancorosso; la dedica di Silvio Berlusconi all’inizio; oppure imbattersi nell’intervista a Matteo Pessina, Capitan Futuro… "Quando lo sentii era ancora all’Atalanta - rivela Peduzzi -, ma compresi subito che un giorno sarebbe potuto tornare in biancorosso, da dove era partito da bambino… lo si avvertiva dalle sue parole, forse dentro di sé già ci stava pensando... poi ci hanno pensato Berlusconi e Galliani a convincerlo". Non è stato facile seguire il Monza, specie negli ultimi vent’anni (gli stessi di vita di Monza News), segnati da due fallimenti, retrocessioni, delusioni. "Ma noi ci siamo sempre stati, anche a spese nostre quando nessuno ci dava fiducia. La sentivamo come una missione". Il momento più triste? "Forse nel 2001 - riflette Peduzzi -, quando retrocedemmo ai playout contro la Pergolettese. Si trattava della fallimentare gestione del presidente ombra, Clarence Seedorf. Ricordo quel giorno, la sconfitta, i giocatori che piangevano. E in tribuna, in quella partita fondamentale, Seedorf neppure c’era. I giocatori erano soli. Ricordo il senso di abbandono. È stato il momento più sconfortante". Ora tutto è cambiato. Il libro si chiude proprio con un’immagine felice, quella della cavalcata più bella, entusiasmante e struggente che ogni appassionato del Monza avrebbe voluto vivere. E leggere. La presentazione del libro sta già facendo il giro dei Monza club. Dalla sede degli ultras, la Curva Davide Pieri, con la presenza fra gli altri dell’ex centravanti Omar Torri, si passa il 13 a Monticello Brianza, sede del Monza Club Alta Brianza: per l’occasione dovrebbe intervenire l’ex capitano e allenatore Marco Zaffaroni.

Cosa si prova a vivere questo momento per chi mai avrebbe potuto immaginarlo, almeno fino all’inatteso avvento 4 anni di Berlusconi? E qui non poteva essere che Giulio Artesani, classe 1959, il più titolato a rispondere: "Cosa si prova? Mi si permetta una battuta: anche in virtù della mia età direi... una sorta di pace dei sensi calcistica. Per il Monza, che seguo assiduamente da una vita, ho vissuto così tante emozioni che il raggiungimento di questo obiettivo mi rende così felice, qualche volta ancora incredulo, da sviluppare una sorta di sazietà. Anche se so bene che con gli attuali padroni del vapore biancorosso l’appetito viene mangiando…".