BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Il Fondo solidale lavoro penalizzato dal “nero”

Le domande si sono assottigliate anche per il reddito di cittadinanza. Il contributo era stato riattivato nel 2017 per azzerare la disoccupazione

di Barbara Calderola

Prima del virus viaggiava a 50 tirocini all’anno, adesso "c’è da combattere la piaga del nero" che assottiglia le domande di aiuto.

Dalla pandemia richieste in picchiata per il “Fondo solidale lavoro” di Vimercate, un contributo pubblico per i disoccupati, a tirare le fila il Comune, da solo, dopo l’avvio, dieci anni fa, durante la grande crisi economica con la parrocchia.

La formula per andare incontro a chi ha perso il posto e ricostruire un reddito e quindi un futuro è un mix fra selezione e sostegno. "Cerchiamo di incrociare domanda e offerta - spiega Carla Riva del Comitato di gestione -. Il nostro compito è fare scoccare una scintilla, facciamo conoscere i candidati a varie realtà. È il primo passo di un percorso che poi può concretizzarsi e diventare definitivo. È questo l’obiettivo".

Il primo nemico con il quale fare i conti dopo i guasti provocati dal Sars-Cov 2 è la precarietà: "Spesso gli invisibili preferiscono non rischiare quel poco che hanno e non accettano di rimettersi in gioco.

C’è la paura di perdere tutto, anche quando è senza diritti.

Una situazione che fa riflettere".

Fra le azioni più incisive del 2021, "il corso gratuito per operatori socio-assistenziali, mentre normalmente chi viene inserito in prova percepisce 450 euro al mese per 15 ore a settimana.

Una cifra volutamente un po’ superiore alla media.

Così diamo una mano a chi non ha nulla".

E si incentiva la ricerca "anestetizzata dal reddito di cittadinanza che ci ha tolto senz’altro domande".

In genere i profili disponibili non sono specializzati, "ma non mancano i laureati".

Il Fondo riattivato nel 2017 per azzerare la disoccupazione ha perso una parte dei compiti che aveva in origine: prima pagava affitti e mutui a famiglie rimaste indietro, dopo che si erano ritrovate con entrate dimezzate, o addirittura senza.

In sei anni sono stati 437 i nuclei che hanno beneficiato della generosità di tanti benefattori, che hanno raccolto per la causa 353mila 501 euro, (dei quali 100mila in arrivo da privati). Buona parte dei soldi, 283mila 392 euro sono andati per la voce casa, bollette comprese; 73mila euro, invece, per l’acquisto di generi alimentari, a fronte di soli 2.100 euro di gestione. La recessione ha lasciato il posto alla crisi Covid e ora a parte le aziende, l’amministrazione ogni anno ci mette 22mila 500 euro per partire. Dal 1 gennaio i tirocini avviati sono sette, l’ottavo è in arrivo.