Il fiume Adda blindato per evitare altri annegati

Forze dell’ordine allertate presidieranno le sponde affollate col gran caldo. L’appello dei Comuni: "Rinunciate al tuffo, può essere una trappola fatale"

di Barbara Calderola

Il dolore della perdita e la volontà ferrea di evitare altre tragedie.

Saliou Dieng, il giovane padre di Brugherio annegato una settimana fa dopo un tuffo nell’Adda, è stato la prima vittima del fiume, quest’anno, e si spera anche l’ultima.

E un altro ragazzo è stato salvato per i capelli il giorno precedente. Pattuglie di vigili e carabinieri presidiano le sponde per scongiurare i tuffi proibiti all’origine del bollettino di morti che ogni estate, puntuale, si registra sulle spiagge low-cost della zona, da Cornate a Cassano.

L’area è da bollino nero: oggi tutto esaurito e rischi moltiplicati dai grandi numeri e dalle temperature con pochi precedenti. Da qui il presidio per scongiurare il peggio.

Torna puntuale anche l’appello dei comuni contro la nuotata abusiva: "Rinunciate, può essere fatale".

Il rischio è che la acque all’apparenza placide si trasformino in una trappola mortale. La lunga scia di sangue che funesta da anni la stagione calda è il precedente più temuto.

Una ventina i morti guardando indietro, ma non troppo, quasi tutti extracomunitari, lungo l’intero alveo fra hinterland e Brianza.

"Nonostante il divieto assoluto di balneazione e i cartelli multilingue sparsi sulle sponde, il pericolo è concreto - dice Fabio Quadri, assessore alla Qualità -. Non possiamo affidarci solo alle pattuglie, serve senso di responsabilità da parte di ciascuno". Da anni la Giunta combatte contro "leggerezze che rischiano di finire in lutto".

Chi vive qui per tradizione famigliare conosce a memoria le insidie dell’Adda, "chi viene da fuori, no. Per questo - spiega Quadri - invitiamo tutti alla prudenza: correnti e temperature fredde non lasciano scampo.

Una congestione, un malore sono sempre in agguato. Abbiamo visto troppi drammi. Vite spezzate in un giorno di festa. Bagni costati cari, frutto della convinzione che ‘tanto a me non può succedere’. Ma non è così".

A farne le spese sono quasi sempre stranieri alla ricerca di un po’ di frescura dopo una settimana di lavoro. Ad accertarsi che non facciano la scelta sbagliata, militari e polizia locale, "ma la loro funzione deterrente in chiave di prevenzione non basta: i singoli devono capire che non si scherza. Solo rispettando le regole ci si salva la vita. Le multe non c’entrano, sono solo una leva in più per convincere i turisti a rimanere a riva. Guai a pensare che si voglia fare cassa con loro. Purtroppo - conclude l’assessore - a trattenere i bagnanti non basta neppure il potenziale salasso".