Il Festival delle geografie guarda avanti

Chiusura all’insegna dei nuovi contenuti di apertura sul Mondo condivisi con i tanti spettatori della manifestazione e gli studenti

Migration

di Barbara Apicella

Viaggiare, mangiare, lavorare, ma soprattutto vivere ai tempi del post Covid seguendo ritmi e abbracciando abitudini diverse. Tutto questo si può fare, imparando a rallentare il passo. Questo uno degli insegnamenti del Festival delle geografie sul quale domenica è calato il sipario. Quattro giorni no stop di eventi: 25 appuntamenti tra incontri, conferenze, aperitivi e mostre che hanno richiamato in Villa Camperio tantissimi visitatori. Non solo addetti ai lavori – come docenti universitari, scrittori, giornalisti – ma anche tanti ragazzi e famiglie affascinati da quel nuovo modo di approcciarsi al nostro pianeta. C’è chi ha imparato a guardare con più attenzione quello che si mette nel carrello scoprendo che cibi ritenuti tipicamente italiani in realtà vedono la materia prima arrivare dalla Turchia o dall’America del Sud. Ma anche a viaggiare con più responsabilità riscoprendo la lentezza del percorso, l’approcciarsi a mète meno affollate e a scegliere quello che da molti viene definito un turismo responsabile. Si è imparato a guardare con occhio critico al domani, imparando, come più volte sottolineato nel corso del Festival, a cambiare i propri atteggiamenti e le proprie abitudini fin da oggi. In molti hanno visitato le tre mostre: scatti, realizzati da fotografi professionisti, che hanno immerso i visitatori nei bunker dell’Ucraina, nei deserti asiatici ma anche nella più vicina Sicilia dove c’è chi ha scelto di vivere abbandonando i ritmi frenetici della città. Quest’anno sono stati tanti gli under 18 presenti. Accanto agli studenti di alcuni istituti superiori brianzoli (Frisi, Porta, Gandhi e Vanoni) anche i piccoli dell’istituto comprensivo di Villasanta. E proprio alle nuove generazioni è spettato l’importante compito di chiudere questa edizione del Festival con il concerto dell’orchestra del maestro Felice Clemente, storico insegnante nelle scuole del paese.

Tra i temi più gettonati quello dell’alimentazione con riflessioni non solo su quello che mangiamo, ma anche e soprattutto sugli effetti che le nostre scelte hanno sul pianeta. In molti si sono voluti portare a casa un ricordo di quello che è diventato uno dei Festival più importanti soprattutto per la qualità e il numero degli interventi previsti. Grande curiosità e acquisti nel corner dedicato ai libri per ricominciare a viaggiare e a conoscere dopo il dramma della pandemia. Il Festival delle geografie è stato organizzato da La Casa dei popoli in collaborazione con il comune di Villasanta (Il Giorno è stato media partner).