Il Festival delle Geografie getta un ponte sul futuro

Attualità e prospettive per il mondo in 25 appuntamenti fino a domenica. Intellettuali ed esperti sul palco per affrontare il tema del vivere domani

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di Barbara Apicella

"Il Covid ha cambiato il nostro modo di vivere, di lavorare, di viaggiare e di mangiare. Da qui parte il nostro futuro. Un futuro che inizia nel presente con una guerra nel cuore dell’Europa e con una crisi economica ed energetica che, naturalmente, avrà ripercussioni sul nostro domani".

Così Lorena Ferrari, presidente de La Casa dei popoli, ha introdotto giovedì sera la quarta edizione del Festival delle geografie (di cui Il Giorno è media partner) che, quest’anno, guarda proprio al futuro.

"Non dobbiamo farci schiacciare da un presente che può apparire sconfortante – è l’invito di Lorena Ferrari – Ma dobbiamo, con calma, metterci in ascolto di chi, conoscitore della materia, ci può fornire spunti di riflessione sul domani. Su come viaggeremo, lavoreremo, ci nutriremo".

Un messaggio positivo e carico di speranza quello che è stato lanciato anche all’inizio di questo Festival che, con 25 appuntamenti, porta sul palcoscenico villasantese intellettuali ed esperti anche di fama internazionale che affronteranno il tema del vivere nel domani.

Anche abbracciando modalità ben lontane da quelle alle quali fino ad oggi siamo stati abituati, come raccontano le mostre fotografiche allestite in Villa Camperio.

Una mostra dedicata al nomadismo dei pastori rabari raccontata dall’antropologa Elena Dak e immortalata dagli scatti di Bruno Zanzottera. Un popolo che vive in un tempo (e in un luogo) molto distante dal nostro.

La migrazione delle famiglie nel Gujarant indiano per non soccombere alla siccità e ai monsoni. O più vicino a casa nostra gli scatti del fotografo Alessandro Sala che, ben prima del Covid, si è trasferito con la famiglia in provincia di Siracusa abbracciando una modalità di vita più vicina alla natura e lontana dai ritmi frenetici della città.

Un Festival delle geografie che, malgrado le profonde ferite lasciate dall’emergenza sanitaria e le variazioni del clima che ci hanno fatto vivere un’estate di profonda siccità, guarda al futuro della terra e dei suoi abitanti con ottimismo.

Un ottimismo che arriva dai ragazzi: dagli studenti dei licei Frisi e Porta di Monza, del Vanoni di Vimercate, del Ghandi di Besana Brianza e del comprensivo di Villasanta che sono protagonisti attivi di questa edizione del Festival.

"Abbiamo bisogno dell’entusiasmo e della tenacia dei ragazzi" ha ricordato l’assessora alla Cultura Adele Fagnani.

Ma soprattutto, come ha aggiunto il sindaco Luca Ornago, abbiamo bisogno di coraggio. "Quel coraggio – conclude – che in questi anni ha dimostrato il Festival delle geografie non fermandosi di fronte alla pandemia".