Il curatore fallimentare infedele patteggia per la seconda volta

Ha patteggiato altri 5 mesi di pena, in aggiunta ai 4 anni già concordati con la Procura, l’ex curatore fallimentare coinvolto nella corruzione sulla vendita all’asta giudiziaria del capannone della Panem di Muggiò. Per uscire definitivamente dalla scena giudiziaria, con la sentenza firmata ieri dal gup del Tribunale di Monza, il commercialista di Vedano al Lambro Cristiano Poponcini ha pagato un risarcimento dei danni e rinunciato ai compensi per le altre pratiche ritenute irregolari dalla pm Emma Gambardella dopo lo scandalo scoppiato nel 2018, quando Poponcini era finito in carcere.

Il curatore fallimentare era accusato, con l’agente immobiliare di Desio Patrizia Cattaneo, di essersi fatto promettere dall’imprenditore di Seveso Gianni Battista Giussani una mazzetta di 150mila euro (da dividere fifty-fifty tra i due) pari al 10% del prezzo di vendita all’asta giudiziaria di 1 milione e mezzo di euro dei capannoni dell’ex industria alimentare. Poponcini era poi accusato di aver indotto un avvocato di Seregno, che lo aveva delegato per la predisposizione dei decreti di trasferimento degli immobili aggiudicati alle aste giudiziarie, a pagargli 400 euro per ogni incarico, per una somma totale di oltre 11mila euro, dissimulando la causa dei versamenti con fatture per attività di consulenza. Con la Cattaneo, Poponcini era anche imputato di essersi fatto pagare 8mila euro per fare aggiudicare un immobile di Desio a clienti dell’agente immobiliare. Infine doveva rispondere di 6 accuse di peculato per essersi impossessato di somme a lui assegnate in qualità di curatore fallimentare nominato dal Tribunale di Monza. Il terzetto della corruzione aveva già patteggiato per la corruzione sulla vendita all’asta giudiziaria del capannone: 4 anni di lavori socialmente utili Poponcini, 2 anni e 10 mesi la Cattaneo e 2 anni pena sospesa l’imprenditore, l’avvocato aveva ottenuto la messa alla prova.

S.T.